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Il pregio dei grandi pensatori è rendere accessibile a tutti la conoscenza. Questo fa il papa emerito Benedetto XVI in questo libro con semplicità, chiarezza senza essere superficiale o approssimativo. Accessibile a tutti.
Con una esposizione chiara e diretta riesce a rendere semplice concetti alquanto complessi.. Sicuramente leggero la trilogia su Gesù
Il fascino dei Vangeli dell'infanzia sullo sfondo dell'analisi del più grande teologo degli ultimi tempi, un dono inestimabile alla sua Chiesa. Benedetto XVI si sofferma anche su dettagli che considereremmo inutili, quali le due geneanologie, offrendo sempre spunti di meditazioni per l'approfondimento della fede. Da leggere e regalare.
Recensioni
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Preceduto da un primo volume che ripercorre le tappe dal battesimo di Gesù fino alla trasfigurazione sul Monte Tabor e da un secondo libro che va dall’ingresso a Gerusalemme alla Resurrezione, L’infanzia di Gesù chiude la trilogia di Joseph Ratzinger dedicata alla storia di Cristo. Tuttavia, nonostante arrivi cronologicamente per ultimo, questo terzo volume – chiarisce il Papa - deve essere considerato come una “sala d’ingresso” agli altri in quanto ripercorre i primi anni della vita del Messia.
“Da dove vieni tu?”, chiede Pilato a Gesù nel Pretorio, a dire che anche per i contemporanei aleggiava un’aura di mistero attorno alla sua figura. Chi era davvero il Nazareno? Dov’era nato? Chi c’era con lui? Se l’esistenza di Gesù è una certezza, fare ordine nel mare magnum delle fonti che ne ripercorrono la vita - i Vangeli di Luca e Matteo in particolare - è un lavoro tutt’altro che semplice.
Da esperto teologo qual è Benedetto XVI distingue due livelli di analisi nel suo lavoro: dapprima esamina i racconti di Luca e Matteo in rapporto al contesto storico cui appartengono per poi chiarire il valore di tali testi in riferimento a noi oggi. In tal modo l’esegesi storica diviene un tutt’uno col discorso critico-interpretativo. Il risultato è un dialogo in cui passato, presente e futuro si intrecciano incessantemente, chiamando in causa la fede senza però diminuire la serietà della ricerca.
Il libro parte dall’annuncio della nascita del Battista, cui segue la visita dell’angelo Gabriele a Maria e il mistero del parto verginale, per poi arrivare alla nascita di Gesù a Betlemme fino alla fuga in Egitto e la visita dei Magi. Seguendo Benedetto XVI nella lettura dei due Vangeli veniamo a conoscenza di aspetti significativi e non trascurabili riguardanti l’infanzia di Gesù e le figure a lui vicine. Ad esempio, prima di rispondere “sì” all’annuncio dell’angelo Maria attende, riflette, medita dentro sé e infine accetta la Parola di Dio. Da ciò capiamo che la Vergine era una donna coraggiosa ma anche di grande interiorità e che fede e ragione sono entrambe presenti in lei come nella Chiesa. Per quanto riguarda il concepimento di Gesù invece, Ratzinger chiarisce che né in Luca né in Matteo vi sono accenni a un avvicinamento della divinità alla donna: a differenza delle tradizioni affini ciò che rende possibile il concepimento del Figlio di Dio per gli Evangelisti è l’umile e libero accoglimento dello Spirito Santo da parte di Maria. Questo evento, narrato nella sua assoluta semplicità, insieme alla Resurrezione dal sepolcro, resta un mistero sconvolgente per noi moderni, ma proprio per questo dice la grandezza di Dio, il cui potere creatore non ha limiti e segna un nuovo inizio per l’umanità. Ancora, Benedetto XVI spiega che nei Vangeli non si fa alcun cenno alla presenza di animali nella mangiatoia al momento della nascita: la tradizione che vuole il bue e l’asinello come figure centrali nel presepe colma dunque una lacuna del Nuovo Testamento recuperando alcuni elementi dal Vecchio.
Con l’intento di confutare le tesi demistificanti Ratzinger insiste sulla storicità dei Vangeli: i versetti di Matteo e Luca non raccontano storie, bensì la storia reale: se alcuni aspetti sfuggono alla comprensione razionale è perché appartengono al mistero di Dio, che lungi dall’essere irrazionale sovrabbonda di senso. Perché allora continuare a porsi domande circa l’infanzia di Gesù? La risposta è piuttosto semplice: perché i testi biblici continuano a parlare anche a noi e Bendetto XVI - come ogni critico che si rispetti - sa bene che l’attualità e l’importanza di un testo sono direttamente proporzionali alla sua capacità di produrre discorso nel tempo. D’altra parte, l’analisi trascinante e ricca di fascino che il Papa compie ne L’infanzia di Gesù ne è una testimonianza diretta.
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