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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2016
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Bellissimo *_*
Questo è il primo romanzo di questo noto autore scozzese che leggo. Per prima cosa devo dire che il fatto di non conoscere il “background” di John Rebus e Siobhan Clarke, protagonisti dei precedenti romanzi delle serie, non mi ha tolto più di quel tanto il piacere della lettura. Sono entrato abbastanza facilmente nel carattere dei personaggi che ho trovato di spessore e ben determinati nelle loro azioni e pensieri. Un discorso diverso sarebbe stato con i romanzi di Connolly e il suo Charlie “Bird”: qui sì che vanno letti rigorosamente in ordine cronologico. Ma tornando a I.R. ho avuto l’impressione che “Indagini incrociate” non sia il suo libro più bello. Questa sensazione è rafforzata leggendo i vari commenti su IBS e quelle scritte dagli amici di EmozionaliA. Quello che mi a lasciato perplesso sono gli innumerevoli personaggi che appaiono: una fugace apparizione o un ruolo determinante nella storia poco importa: quando li incroci la prima volta non puoi saperlo. In questi casi o si ha una memoria di ferro o si prende nota nel corso della lettura altri si rischia di capirci ben poco. Ben scritto comunque e ben costruito anche se mi è parso un po’ puerile il metodo adottato dal malavitoso per terrorizzare gli immigrati irregolari. Un plauso alla denuncia sul trattamento riservato agli immigrati irregolari da parte delle autorità costituite. Un dramma ormai che tocca tutti gli Stati e che, a dir il vero, non è di facile soluzione: è difficile far conciliare i diritti-doveri degli immigrati con quelli dei cittadini della nazione che li ospita. Un equilibrio molto, ma molto instabile. Tra pochi giorni uscirà “Dietro quel delitto” che ha quanto sembra sia il penultimo con Rebus. Forse sarà mio a meno che gli amanti di I.R. non mi diano la dritta giusta sul più bel romanzo con Rebus e Siobhan. Grazie!
Si fa fatica all'inizio a stare dietro a tutti i personaggi. Libro ben scritto, bella trama, avvincente e personaggi simpatici. Voto 5-
Recensioni
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Pienamente fedele ai canoni del giallo d'investigazione, Rankin ha saputo mettere a punto una formula narrativa immediatamente riconoscibile, grazie all'invariabile ricorrere, romanzo dopo romanzo, di alcuni elementi fissi: l'intrecciarsi di più indagini diverse e apparentemente slegate ma in realtà sotterraneamente connesse tra loro, i cortocircuiti temporali tra casi recenti e vecchi eventi che richiedono di riesumare un passato più o meno remoto, la partecipata attenzione a Edimburgo, città conosciuta in ogni angolo ed evidentemente molto amata. Su tutto campeggia poi la figura di John Rebus, poliziotto integerrimo e tormentato, infallibile e restio ad adattarsi a regolamenti e gerarchie. Naturalmente non fa eccezione questo Indagini incrociate, nel quale Rebus deve affrontare l'uccisione di un immigrato clandestino, mentre la sua collega Siohban Clarke è alle prese con la scomparsa di un'adolescente legata a un vecchio caso e con lo strano ritrovamento degli scheletri di una donna e di un bambino. Al racconto delle indagini si sovrappone, come sempre, l'attenta descrizione della realtà sociale di Edimburgo: in questo caso l'attenzione è rivolta all'innesto, nel già provato tessuto sociale dell'estrema periferia, degli immigrati clandestini, accolti con freddezza se non con aperta ostilità. Comunque, né la descrizione dei contesti, né la denuncia dell'intolleranza e delle politiche di accoglienza (a dire il vero condotta in termini un po' troppo semplicistici), e né tanto meno le vicende private dei personaggi principali conquistano il centro della scena, che è invece saldamente occupato, come richiedono le regole del genere, dallo svolgimento delle indagini e dalla ricerca del colpevole. Alessio Gagliardi
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