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bellissimo ritratto dell'adolescenza,sotto forma dell'effervescente Grady e della sua storia di ribellione
Capote è un fuoriclasse, capace di sviluppare formidabili analisi descrittive che raggiungono l'apice nelle situazioni drammatiche. Anche in questo caso non si smentisce, proponendo una storia afosa e fastidiosa che esalta i conflitti (figli vs. genitori, ribellione vs. conformismo, proletariato vs. alta società). Peccato che l'autore abbia tenuto nascosto questo suo lavoro, rinvenuto e pubblicato ad oltre vent'anni dalla sua morte: si avverte la mancanza di una sua revisione finale che forse avrebbe prodotto una maggiore spinta espressiva sul testo, quella marcia in più che ne avrebbe fatto un capolavoro.
Resta il mio preferito tra tutti.Bellissimo!!
Recensioni
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Quando nel 1943, appena diciannovenne, iniziò a scrivere Incontro d'estate (Summer Crossing), Truman Capote viveva ancora a Brooklyn, ma sognava già Manhattan: la Quinta Avenue con i grattacieli e i ristoranti di lusso, gli eleganti attici con vista su Central Park, e il ritmo frenetico di Broadway che, scriverà nell'opera, "è una via; ma è anche un quartiere, un'atmosfera". Il risultato non lo soddisfece, costringendolo in futuro a ritornare più volte sul romanzo. Ma, nonostante le energie che vi spese, non lo pubblicò mai. Sembra anzi che, dopo il trasferimento a Manhattan, avesse disposto che il manoscritto fosse distrutto. Per fortuna le cose sono andate diversamente, poiché di recente il testo è ricomparso ad un'asta di Sotheby's dove, grazie all'attivo impegno di Alan Schwartz, fiduciario della Fondazione Capote, è stato acquistato dalla Public Library di New York. Oggi possiamo finalmente leggere il romanzo in italiano, nella bella traduzione di Stefania Cherchi. La protagonista è Grady McNeil, una diciassettenne ribelle dell'upper class che, con i genitori in partenza per la Francia, può trascorrere un'estate a New York da sola. Davanti a lei si stende "una lunga tela srotolata sulla quale avrebbe potuto tracciare i suoi primi tratti di penna, bruschi e puri, in piena libertà". Grady può finalmente frequentare Clyde Manzer, un ventitreenne ebreo di Brooklyn che lavora in un parcheggio. Mentre un'incredibile ondata di caldo preme sulla città "come la mano sulla bocca di un assassinato", i giovani imparano a conoscere i diversi ambienti da cui provengono. Col tempo, quello che sembrava un rapporto superficiale, nato come sfida alle soffocanti convenzioni sociali dell'upper class, diventa un legame diverso, più profondo, che finirà con lo sconvolgere l'esistenza di entrambi. Lo intuiamo dalla prima volta in cui Grady e Clyde dormono insieme nell'appartamento dei genitori della ragazza: sebbene in passato abbiano già vissuto momenti d'intimità, in questa circostanza il letto per Grady sembra assumere i contorni inquietanti di una terra ignota. Infatti, "tutto le sembrava sconosciuto, avrebbe giurato di non averlo mai visto prima, quel letto: strani laghi di luce increspavano la distesa di seta, i cuscini sprimacciati erano montagne inesplorate". Basta una prima lettura per rendersi conto della straordinaria maturità raggiunta da uno scrittore così giovane. Per quanto ancora lontano dal possedere l'equilibrio formale di Colazione da Tiffany (1958; Garzanti, 2005), il romanzo si giova di un dettato sobrio ed elegante, non di rado impreziosito da splendide immagini. Si noti, ad esempio, la raffinata precisione con cui viene evocato l'effetto prodotto sulla città dall'afa che l'avvolge: "In cielo, un crepuscolo senza stelle si era chiuso sulla città come il coperchio di una bara, e il viale, con le sue edicole piene di catastrofi e il ronzio dei neon vibrante come il volo di una mosca, faceva pensare a un lungo cadavere stagnante". Descrizioni come questa certificano da sole la statura dell'autore. Massimo Paravizzini
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