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Incantesimo Salentino dello scrittore Antonio Di Muzio, un giallo, una storia di passioni tra leggenda, fantasia e realtà. Una sinergia di elementi: magia, mistero e cronaca di cui è intrisa la storia, che traghettano il lettore in una terra, il Salento, pieno di colori, odori, mistero. Con uno stile lineare l'autore narra le avventure di Davide, cronista in cerca di notizie con lo scopo preciso di sapere, scoprire e "capire" e Daria sua ex compagna di studi che lo guida, attraverso apparizioni altalenanti, in un mondo fatto di magia e mistero. Si sfiorano, si toccano, si amano. Tutto questo è realtà, sogno o leggenda? Chi è Daria? Un libro da leggere e da rileggere, un pò come compiere un viaggio in un luogo per la seconda volta al fine di fissare i contorni di una storia tanto affascinante quanto magica.
Originale romanzo giallo misticheggiante di A. Di Muzio, ambientato nel Salento. Davide, un giornalista, con Daria, è spettatore e vittima di drammatici avvenimenti, in cui realtà, sogno e paranormale si mescolano in un costante stato di suspense. Il mistero s’infittisce in un crescendo. Quando ogni speranza di trovare una soluzione appare perduta, rocambolescamente se ne esce fuori. Nell’intento dell’autore, formatosi nel mondo del giornalismo e della filosofia, Il libro è un incitamento a guardarsi dentro, uno stimolo al cambiamento. L’imprevedibilità degli avvenimenti e il loro susseguirsi incalzante coinvolgono in un”melange” di emozioni. Davide, vuole vivere la vita con i suoi colori, sapori, odori, sensazioni, forti fino a farsi girare la testa; ma s’imbatte nella morte, oscura, silenziosa, subdola, inaspettata. A cavallo tra la vita e la morte c’è una serie di simboli che legano l’una all’altra inesorabilmente. Il Salento, con la sua storia, offre una miriade di emblemi. Quel filo sottile che lega Eros e Thanatos deve essere sperimentato, affinché la vita sia apprezzata nella sua vera essenza. Daria è la voglia di vivere, la passione, la temerarietà, sprizza vitalità da tutti i pori, strega Davide con il suo corpo voluttuoso, lo conduce verso un ignoto destino. Davide vive un terremoto interiore, quello che ognuno di noi deve provare, come Dante, come Enea. E’ essenziale fare una “catarsi”, ripulire la mente dai ricordi dolorosi, voltare pagina, in modo da lasciare spazio al futuro. - DOVEVO USCIRE DAL MIO CORPO, SVUOTARLO E POI NUOVAMENTE RIEMPIRLO. – dice Davide. La catarsi si ottiene immergendosi in un ambiente come il Salento, pieno di gente che “cicaleggia”, trascinata dal ritmo frenetico della Tarantella. E’ il desiderio di “cose buone”, incontaminate, illese, è il bisogno di ricolorare la vita ingrigita dallo scorrere del tempo e dalle tragedie, è la bacchetta magica che realizza l’Incantesimo, trasformando, donando colore all’anima afflitta.
Il Salento e’ il vero protagonista di questo libro: una terra magica ed ammaliante proprio come questo romanzo che avviluppa a se’ il lettore dalla prima all’ultima parola. Il Salento e’ come un profumo che cambia a seconda di chi lo indossa e l’alchimia che vien fuori dal contatto con la pelle dell’autore e’ straordinaria: e’ un incantesimo appunto. Nella dovizia dei particolari si legge del suo amore per questa terra fatta di enormi contraddizioni cosi’ come l’eterna altalena dell’uomo tra la vita e la morte, tra il noto e l’ignoto, abilmente raffigurata ed esplicata in diversi passi del libro. Piu’ che essere un giallo, per me e’ un blu: blu come il mare il cui rumore, profumo e colore sono ben presenti nelle sue pagine. Il mare qui e’ raffigurato come un amico accogliente e rassicurante che ci abbraccia e ci consola quando piu’ ne abbiamo bisogno. Per gente di mare come me che il mare lo ha dentro, sentirlo cosi’ vivo in questo libro non ha fatto altro che aggiungere valore ad un valore gia’ preesistente. Un linguaggio moderno e scorrevole che pero’ nasconde e presuppone un’anima colta, interrotto solo dalla musica: le canzoni che l’autore ha scelto di riportare sono, infatti, una perfetta colonna sonora per chi vorra’ intraprendere un viaggio come questo verso il Salento, quindi verso il proprio io, quello vero anche se sempre piu’ imbrigliato ed imbastardito dalle convenzioni ma che e’ la nostra reale essenza.
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