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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2020
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Splendido! La voce di Kincaid trasporta e incanta: i racconti di questa breve raccolta si altalenano tra metafisico e biografico, riflessione sincera e parola che apre squarci, scenari, situazioni e occasioni non ben definibili ma non per questo privi di contenuti veritieri. Li ho apprezzati davvero molto.
Brevi racconti ossessivi, un interminabile elenco di oggetti e di azioni. Incubi terribili che suscitano disagio e malessere. Un rapporto difficile con la madre che sfocia in parole durissime: "Scavai una buca profonda molto profonda...Nella speranza di sentirla cadere con un tonfo in fondo alla buca profonda, molto profonda". Una lettura estenuante.
Jamaica Kincaid è stata la mia scoperta dell'anno. Una poesia in prosa in chiave autobiografica che racconta in "immagini" frammenti di vita, di ricordi, di amore, di sensazioni, di colori, di luci e di ombre; è una scrittura visionaria, a tratti può sembrare non comprensibile e disconnessa (lo stile e la punteggiatura strizza l'occhio a Joyce) ma che comunque risulta molto fluida al punto di non riuscire più a staccarsi fino all'ultima pagina. Un libro che non lascia indifferenti, dove il potere della parola fa breccia nell'animo del lettore con forza (qui ricorda molto la poetica esasperata della Woolf) in una poetica sublime. Comprendere quella luce, guardare anche le ombre; desiderare di essere una e capire che si è due voci in una continua fusione; arrendersi, infine, a quel mistero che sta tra il desiderio e l’irraggiungibilità. I legami ancestrali trovano la sintesi nella forza onirica, nella dimensione sensoriale della Kincaid. Questo libro è un cantico dei cantici caraibico e multiforme nelle sue sfumature di colori, ve lo consiglio.
Recensioni
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