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Recensioni In un chiaro, gelido mattino di gennaio all'inizio del ventunesimo secolo

Recensioni: 4/5
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo un lupo attraversa il confine polacco-tedesco e si dirige verso Berlino. Un manovale polacco bloccato in autostrada a causa di un incidente lo vede e lo fotografa. La sua compagna fa pubblicare la foto. Negli stessi giorni due adolescenti scappano di casa e dalla provincia brandeburghese si mettono in viaggio per raggiungere la capitale, dove sperano di rintracciare un amico; un padre alcolista esce dalla clinica e si mette sulle tracce dei due ragazzi; una madre depressa torna nei luoghi della sua radiosa gioventù; un losco cileno proprietario di un locale tinteggiato di nero ospita i due ragazzini… E mentre la città, coperta di neve, s’impregna di un misto di paura e attrazione verso il lupo e crede di avvistarlo in ogni angolo, l’animale si nasconde, si sottrae, per poi apparire dove nessuno se lo aspetta. Una silenziosa parabola del cercare, del morire, del bere, del perdersi e del ritrovarsi segna il debutto narrativo del drammaturgo tedesco più tradotto al mondo. In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo è una fiaba metropolitana ambientata sul palcoscenico minimalista della Berlino dei nostri giorni: Schimmelpfennig posiziona i riflettori in modo da illuminare di volta in volta un solo angolo della scena, mostrandoci personaggi incapaci di uscire dalla solitudine del loro cono di luce; sullo sfondo, i fantasmi della DDR incontrano i mostri della gentrificazione. **«Una geniale favola dai molti risvolti». «Financial Times» «Un romanzo potente, straordinariamente impetuoso e contemporaneo – una narrazione ad anelli avvincente e perturbante». «Der Spiegel» «Schimmelpfennig connette il quotidiano con il mitico, e lo fa con una leggerezza che è tedesca quanto García Márquez in un giorno di sole». «The Village Voice»** «Un libro commovente, che cattura in modo delicato ed esperto un’atmosfera predominante nella società: quella del disorientamento, della desolazione, dei sentimenti inespressi». «Deutschlandradio Kultur» )
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