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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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Impero, quarto romanzo dell'ampio ciclo in sette volumi sulla storia, la politica e la società americana, composto da Gore Vidal in oltre trent'anni, è ambientato tra il 1896 e il 1906.
Attraverso gli occhi di Jhon Hay, segretario di stato sotto i presidenti William McKinley e Theodore Roosvelt, assistiamo alla nascita della politica espansionista degli Stati Uniti, che decreta la fine degli antichi ideali su cui si fondava la repubblica di Lincoln e l'inizio dell'impero americano. Con la guerra intrapresa contro la Spagna per il possesso dei Caraibi, durata solo tre mesi e definita da Jhon Hay "una splendida piccola guerra", cade l'illusione che gli Stati Uniti fossero un paese isolazionista. Con il ventesimo secolo, inizia così la conquista del mondo, che vede gli USA in competizione dell'Europa, il Giappone e la Russia, ponendo le basi della teoria della "full spectrum dominance" oggi di moda a Washington. Moltissimi i personaggi che compaiono nel romanzo, sia storici sia d'invenzione. Oltre a Jhon Hay, Henry James, lo scrittore che denuncia la politica espansionista americana; Henry Adams, nipote e pronipote di presidenti, grande storiografo, simbolo di antichi ideali che non esistono più; Caroline Sanford, ambiziosa e anticonformista proprietaria del "Tribune", il giornale di Washington, in lotta con il fratellastro Blaise per l'eredità paterna. Ma emergono, fra tutti, i ritratti magistrali di due importantissimi protagonisti del periodo, simboli dell'anima contraddittoria degli Stati Uniti: Theodore Roosvelt e William Randolph Hearst, proprietario di ben otto giornali nazionali, astuto inventore e abile manipolatore di notizie, pubblico moralista della vita privata dissoluta. Entrambi diventano nel romanzo la personificazione di due archetipi centrali in tutta l'opera di Vidal: il detestato imperialismo americano e il potere pernicioso dei media.
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