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Un libro che è leggerezza e lentezza in senso kunderiano. Una storia che si pone controcorrente: che fare nella vita? Dormire, o meglio, studiare il mondo del sonno, che appartiene solo a chi dorme davvero. La maggioranza delle persone sono dormienti dilettanti che si accampano sotto le mura protettive della Babilonia del sonno. Ma al di là delle mura c'è un mondo da esplorare a rischio del proprio collo, anche se questo poggia su di un comodo cuscino. Il dottor Joseph Cavalcanti è un pioniere del sonno, un viaggiatore che precorre i tempi, e come tutti coloro che stanno un passo avanti, etichettato come un povero strampalato. Ma Joseph sa che il sonno ha la virtù di cancellare i pregiudizi d'ogni specie e i blocchi psicologici che impediscono di vedere chiaramente la realtà. Il sonno distrugge la paura della verità, quella paura che, ben più della stupidità, fa vegetare gli uomini nell'ignoranza. Nei sogni, il dormiente comune è come una talpa che, scavando la terra per trovare qualche radice da rosicchiare, passasse accanto a un tesoro sepolto senza girare gli occhi. Perché sono la paura e il desiderio a guidare chi sogna, non la volontà di conoscere... Una lettura meravigliosa che con acume simpatico insinua curiosità nel lettore pigro, che non si era ancora accorto di quella piega nel materasso oltre la quale si apre un labirinto di possibiltà inesplorate. "La vera felicità, come l'acqua di sorgente, non ha nessun sapore. La vera felicità è un vuoto, un cielo terso e senza nuvole, un sonno senza sogni. In fondo, tutta questa storia è forse dovuta al fatto che dormivo male."
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