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È la terza versione di un libro pubblicato per la prima volta nel 1998. Le tre edizioni hanno titoli e copertine diversi. La quarta di copertina invece propone una interessante continuità interpretativa, che è stata ripetuta da generazioni di studenti agli esami. Sarebbe interessante una scheda per aiutare a orientarsi di fronte ai rimaneggiamenti, le aggiunte e i pezzi riposti in solaio. La sparizione del III capitolo delle due edizioni precedenti, per esempio, priva il lettore di alcune pagine sintomatiche su “attività della polizia e denunce dei cittadini”, in cui, forzando dati e trascurandone altri, si cercava di dimostrare che “abbiamo buoni motivi per ritenere” che gli stranieri non vengano denunciati più degli italiani da chi subisce un reato, e che “nulla fa pensare” che la selettività da parte delle forze dell’ordine a danno degli immigrati si sia accentuata. Tali considerazioni Barbagli aveva ripubblicato nel 2002, dopo che in un manuale del 2001 un criminologo ben più esperto, Dario Melossi, con evidente imbarazzo ne mostrava la scarsa plausibilità. Melossi è tornato autorevolmente nel 2010 a deplorare con severità la pervicacia del suo collega, ma anche il silenzio della comunità scientifica sul caso Barbagli: “Sarebbe dovuta essere la «comunità sociologica» italiana a criticare e correggere Barbagli, invece di lasciarlo libero di perseverare diabolicamente nell’errore, edizione dopo edizione dello stesso testo” (Etnografia e ricerca qualitativa, n. 3). Le cifre esibite da Barbagli sembrano un ottimo esempio di quanto ci ricordano gli esperti: le statistiche giudiziarie sono utilizzabili solo con particolare cautela per la ricerca criminologica, che è più produttiva quando indaga su come queste statistiche vengono prodotte, per valutarne attendibilità e validità. Il libro è utile a chi voglia comprendere la costruzione sociale degli immigrati da parte dell’accademia, ma gravemente lacunoso per chi cerchi una prima informazione.
Ciò che nei dibattiti politici dovrebbe rappresentare il punto di partenza per un'analisi dei fatti oggettiva e trasversale agli schieramenti, ciò che possiamo chiamare dati, statistiche o 'numeri', in Italia è invece tra i principali fattori oggetto di fantasie, manipolazioni e scietticismi in malafede (succede persino per i dati Auditel). Questo libro di dati certi e indagini rigorose ne è colmo, permettendo così di fotografare con essi un fenomeno tra i più discussi e delicati ai quali assistiamo. Per capirlo, discuterlo e affrontarlo non c'è modo migliore che leggere Barbagli.
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