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Un grande maestro dell'architettura contemporanea illustra per la prima volta la propria poetica artistica.
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"Partire con l'ossesione dell'originalità è atteggiamento incolto e superficiale", così si conclude il libro di Alvaro Siza diviso in tre parti intitolate "ripetere non è mai ripetere","navigando attraverso l'ibrido delle città" ed in fine "essenzialmente". I concetti espressi sono di una rilevanza unica, a volte poetica.Poetica come, spesso, le sue architetture. Nelle parole di Siza si percepisce la passione per l'architettura, più forte di ogni ostacolo professionale che si possa incontrare.Per non dimenticare i disegni straordinari che ripercorrono la sua carriera. Una lettura da consigliare a tutti quelli, come me, che si avviano a fare questa professione.L'Architetto. Se dovessi in poche parole parlare di questi scritti, direi semplicemente che nella bibbia dell'architettura questo libro sarebbe il vangelo secondo Siza.
Recensioni
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La collana "Città architettura disegno", progettata da Laterza in collaborazione con l’Istituto italiano per gli studi filosofici, è giunta ora al terzo volume, dopo quelli dedicati a Leon Krier e Mario Botta, pubblicati rispettivamente nel 1995 e nel 1996. Il progetto editoriale testimonia l’ampia attenzione oggi conferita a ogni forma di testimonianza da parte dei progettisti, compresa quella che si affida al disegno. Questo terzo volume, introdotto da un breve scritto di Vittorio Gregotti, propone un lungo, avvincente monologo di Alvaro Siza, accompagnato dai suoi celebri schizzi, quasi un testo nel testo, che occupa la metà delle pagine. Difficile ascrivere il monologo di Siza a un genere specifico: in parte cronaca delle proprie opere, in parte discussione di temi e matrici, in parte guida per il lettore, ma anche annotazione personale sul fare architettura, sul carattere denso, non specialistico di questo mestiere e sui suoi processi ideativi. Come in una conversazione nella quale le cose più serie si mescolano a quelle più leggere, vengono qui tracciate le linee dei temi che guidano l’opera del noto architetto portoghese: l’adesione alla tradizione del Movimento Moderno; l’immaginazione progettuale intesa come manipolazione della memoria; la capacità di cercare nel paesaggio e nella natura ciò che è già disponibile a ricevere l’architettura; la strenua difesa della continuità tra oggetto e contesto, quasi un’indivisibilità che li lega in una sorta di "grande catena dell’essere" trasposta specificamente allo spazio. Può essere utile partire da queste pagine per indagare le sfaccettature degli argomenti qui presentati o le radici di quella straordinaria "calligrafia" costituita dai disegni di Siza, nella raccolta completa degli scritti, pubblicata l’anno scorso dall’editore Skira (cfr. "L’Indice", 1998, n. 2). (C.B.)
scheda di Bianchetti, C. L'Indice del 1999, n. 01
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