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Anno edizione: 2022
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Ewers è fra imiei autori preferiti del fantastico mitteleuropeo di primo '900, detto questo, come del resto sottolinea Fambrini nella sua prefazione, i racconti qui presentati per la prima volta in Italia, si distaccano in maniera netta, soprattutto per estetica e atmosfera da quelli del primo periodo, molto influenzati dal decadentismo e direi molto più efficaci stilisticamente, molto più disturbanti e intriganti nella qualità delle trame. Francamente a differenza di quanto scrive Fambrini, mi sembrano ancora oggi più moderni e complessi i racconti splendidi di Ewers prima maniera, Il ghigno, La mamaloi, Il ragno ( anche se chi ha letto L'occhio invisibile di Erckman- Chatrian, non può non notare il clamoroso plagio dello scrittore tedesco), La mummia, etc.., rispetto a quelli di immaculata che nonostante il taglio giornalistico o epistolare come Mia madre, la strega, sembrano davvero racconti tardo vittoriani, quantomeno per i classici clichè degli incubi letterari inerenti le streghe. Il senso del macabro a volte è decisamente marginale, come in Amore estremo che in fondo è una classica storia di struggente amore platonico, in parte rovinata da un finale prosaico che spezza le macabre aspettative scaturite dall'intreccio narrativo. Molto interessante il bizzarro saggio su Poe, saggio direi intimamente spettrale e non a caso, pubblicato nel 1905. Personalmente avrei riesumato quelle storie, tipo Salsa di pomodoro, presenti nelle due antologie di Ewers uscite in Italia negli anni '20, non inserite nella storica raccolta della del bosco del 1972.
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