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Iniziamo con il buon saggio sul fantastico italiano (dall'unificazione sino alla seconda guerra mondiale) di C. De Micheli, sia dal punto di vista storico, sia come analisi letteraria, davvero belle e sentite le parole spese per Tommaso Landolfi (passione viscerale che condivido con l'autore), lo stesso per Pirandello, Bontempelli e Papini, tre dei pilastri della nostra letteratura del secolo scorso, (avrei citato C. de Medici e il primo Parise). Spero in una seconda parte nel numero successivo, anche per recuperare figure fondamentali come Buzzati e Savinio, altri due fuoriclasse che hanno anticipato il concetto stesso di fantastico moderno e proseguire il saggio con altri classici come Calvino, il folle giullare Manganelli, la Ortese, Morselli, Mattioni, D'Arrigo, etc. Per quanto concerne i racconti, davvero weird quello di Helen Simpson, non potentissimo ma effiçace e per fortuna non esplicito. Decisamente minori i due raccontini di F. Tozzi, e La vinaia non è una storia fantastica. Il meglio come era prevedibile lo troviamo in quel pazzo scatenato di Lafferty, come sempre geniale, ironico, profondo e divertente e nel racconto di Evenson, sapiente dal punto di vista esoterico, perturbante al punto giusto, onirico, l'estetica formale per me troppo semplice, ma visto la profondità del contenuto, chiudo l' occhio sinistro, a ruota il destro e pure il "terzo". Non mi è piaciuto quello di Salvoni, nè per forma, nè per tematiche affrontate (se parli di bullismo con questi toni troppo espliciti con ambientazioni e cessi di scuole medie, mi viene l'orticaria), lo preferisco come puntualissimo recensore delle uscite della collana digitale Strane visioni, davvero bravissimo a dipingere e presentare i racconti dei suoi amici e colleghi come opere d'arte di cui i posteri si ricorderanno vita natural durante.
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