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Barbosissimo primo numero. Benlian: zero suspense, zero orrore. Il ballo interrotto: meglio leggersi la novella di Poe anziché questo sciapo adattamento teatrale. L'orrore: l'unico orrore è la noia che ti avvinghia. Hypnos: storia minore di Lovecraft, passabile ma niente di che. Cumhu: trip lisergico senza trama. Poroth Farm: Klein vuole convincerci ad avere paura dei gatti.
Prima uscita di una rivista ormai divenuta un classico, un appuntamento fisso per tutti gli appassionati di letteratura weird. Racconti, saggi e illustrazioni di altissima qualità. S'inizia con "Benlian" di Oliver Onions, storia particolarissima e coinvolgente in cui si narra di un complesso e intimo rapporto tra uno scultore, una delle sue opere e l'arte della fotografia. Si prosegue con "Il ballo interrotto" di Helene de Zuylen de Haar, una sorta di "La maschera della morte rossa" di Poe in chiave di sceneggiatura teatrale. Poi John Berwick Harwood con l'intenso incubo domestico "L'orrore", illuminante ripescaggio ottocentesco ad opera di Claudio Di Vaio. A seguire uno dei capolavori brevi di H.P. Lovecraft, "Hypnos", quattro sole pagine di straordinario e terrificante viaggio dimensionale effettuato tramite le droghe da due giovani esploratori dell'ignoto. Non mi è piaciuto invece il racconto di Giovanni De Matteo, solita storia di poco spessore ispirata ai miti di Cthulhu. Ultimo racconto, "I fatti di Poroth farm" di T.E.D. Klein, un condensato del suo romanzo "Cerimonia di sangue", storia che convince, intrigante anche nella qualità dello stile. Cinque stelle ...doveroso.
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