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Un testo non molto corposo, ricco di spunti di riflessione, scritto con semplicità per poter raggiungere il più ampio pubblico possibile. Scritto da due non imprenditrici per poter cogliere il significato dell'imprenditorialità. Un testo introduttivo, corredato comunque da una discreta bibliografia per i necessari approfondimenti, che può essere utilizzato per pensare a dei corsi all'interno delle scuole di ogni ordine e grado. Si legge con molta attenzione, e allo stesso tempo con molto stupore, il capitolo sulla necessità della formazione. Chi all'interno della scuola deve formare i giovani ed i ragazzi all'imprenditorialità? Ma inoltre: chi deve formare i formatori? Può una nazione come l'Italia, maturare al suo interno il desiderio e la necessità di liberarsi di schemi mentali che l'hanno portata all'attuale stasi? Può una nazione come l'Italia, ostile da sempre alla cultura liberale e alla cultura d'impresa, sviluppare il giusto approccio per far sì che possa crearsi un clima favorevole alla cultura d'impresa stessa? E' possibile avere forti dubbi sul fatto che la scuola possa essere lo spazio giusto dove trasmettere queste competenze, non per la professionalità dei docenti, ma per la valenza simbolica che da sempre ha avuto la scuola in Italia, avanguardia nella lotta contro la cultura del mercato. I tempi possono considerarsi maturi per far sì che ci possa essere una rivoluzione culturale che, partendo dalla necessità del cambiamento, individui sia i sentieri che gli agenti del medesimo? C'è bisogno di una nuova generazione di imprenditori, capace di intercettare le nuove opportunità di business e le risorse tecnologiche e finanziarie per coglierle. Ma c'è bisogno anche di una nuova generazione di lavoratori, capace di vedere nella stretta e collaborazione con l'impresa l'unico modo per creare nuova vera ricchezza. E' auspicabile che la diffusione di questo lavoro editoriale possa essere l'occasione per poter alimentare il giusto dibattito sul tema.
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