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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2018
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Pubblicato nel 1934, rivisto nel 1961, riproposto (a ragion veduta) nel 2018 da Lit Ed. Huasipungo è un appezzamento di terra, sulle montagne ecuadoriane, dove l’indio vive in capanne fatiscenti in condizioni di miseria nera. Don Alfonso Pereira, proprietario del territorio, vi si trasferisce dalla città per attivare un grandioso progetto di edificare una strada su questi erti clivi perché i gringos vi possano trasferire le loro industrie sia per incetta di legname boschivo sia per ricerca di petrolio. L’attuazione di questo piano si rivelerà un massacro per indios e meticci impiegati nell’opera, ridotti in stato di schiavitù. Don Alfonso stesso si vanta di aver comprato gran parte degli indios locali per 5 o 10 sucres a testa! Le tribolazioni degli indios sono inenarrabili e vengono snocciolate da Icaza in un linguaggio secco, diretto, quasi spietato. Ai soprusi di Don Alfonso si sommano quelli del prete locale che, animato da rara carità cristiana, terrorizza gli indios che si sottraggono alle corvée minacciando punizioni divine. Non bastasse, da “buon pastore” si trasforma in “cattivo mandriano” e munge i suoi indios imponendo tariffe più che esose non solo per messe in onore di defunti (morti di fatica e di fame per il lavoro bestiale) ma anche per le sepolture. Il prete non disdegna pure lo stupro delle meticce. Ecco un brano sulle loro misere condizioni di vita: “fame nelle viscere, nello stomaco, nel cuore, nella gola, nella saliva, nei denti, nella lingua, nelle labbra, negli occhi, nelle dita. Fame che straripava lungo i sentieri fangosi delle colline”. Nel 1970 fu pubblicato Rullo di Tamburo per Rancas di Scorza, che narra vicende simili avvenute sui rilievi andini del Perù. Come in Huasipungo il corno di guerra di Chiliquinga chiama alla lotta gli indios, così qui saranno i tamburi a spronare i campesinos contro lo strapotere dei gringos. In entrambi i casi lo scontro impari con le forze del capitalismo fallirà miseramente. Romanzo di grande attualità.
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