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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Acclamato come uno dei maggiori romanzi sulle guerre jugoslave, Hotel Tito inventa lo sguardo di una bambina che vive la propria infanzia, tra ingenuità e consapevolezza, come un'avventura drammatica e appassionante.
È il 1991, e a Vukovar, sulle sponde del Danubio al confine tra Croazia e Serbia, sta arrivando la guerra. Una famiglia, due figli, l'improvviso irrompere della violenza, la fine di ogni sicurezza. I genitori nascondono alla bambina e al ragazzo la gravità della situazione e preferiscono tenerli lontani e al sicuro, mandandoli da soli al mare, in vacanza. Alla fine dell'estate anche la madre li raggiunge e da qui in poi la loro trasferta si trasforma a poco a poco in esilio. Vukovar viene devastata e non si ricevono più notizie del padre scomparso durante l'assedio da parte della milizia serba. I tre alloggiano all'Hotel Zagorje, un albergo costruito a Kumrovec, città natale di Tito, sede negli anni '70 della Scuola del Partito Comunista, da loro ribattezzato «Hotel Tito». È un campo esuli e un asilo di protezione per chi è riuscito a sottrarsi al conflitto, e la bambina vede la sua vita e quella della sua famiglia cambiare in modo radicale. Il distacco, l'isolamento, la guerra, si prolungano sempre di più, e quella che sembrava una situazione straordinaria diventa la normalità. Per sette anni, in quell'hotel, la bambina non perde mai la speranza e il coraggio, stringe nuove amicizie, diventa grande nella lotta incessante per qualche metro quadrato in cui stringersi con la madre, perennemente preoccupata per la sparizione del padre, accanto al fratello, sempre indocile e in collera per l'immobilità del governo. Ed è lei a raccontare un intero mondo che sta sparendo, lo stravolgimento della storia, la rivoluzione di un presente che arriva a sradicare le abitudini e gli affetti, i sogni e le speranze per il futuro. Ivana Bodrožić intreccia magistralmente e con grande humour la tenerezza infantile e il dramma devastante della fine di un'epoca, i turbamenti dell'adolescenza e la scoperta di una realtà sempre più inaspettata. Il suo è il racconto di una guerra crudele contenuto in uno sguardo famelico, sconcertato e innocente, una voce che lascia una traccia letteraria già considerata alla stregua di un classico contemporaneo.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La voce – autobiografica – di una bambina di Vukovar che, nel 1991, allo scoppio della guerra, vive con quel che resta della sua famiglia la precaria esistenza degli sfollati nella neonata repubblica croata. Un flusso di coscienza che ripercorre le fasi di crescita della voce narrante fino all'adolescenza (praticamente fino al momento dell'assegnazione del nuovo alloggio a Zagabria nel 1996), dominato dalla figura del padre, scomparso all'inizio della guerra con la presa di Vukovar da parte delle truppe regolari jugoslave, episodio simbolo della guerra nell'ex-Jugoslavia. Un libro di sentimenti autentici, nel bene e nel male, espressi con apprezzabile sincerità.
Storia triste e surreale. Sopravvivenza, desiderio di normalità, legami indissolubili.
Recensioni
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