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Hotel Insonnia - Charles Simic - copertina
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Hotel Insonnia - Charles Simic - copertina

Descrizione


Charles Simic, ironico, sfrontato, guizzante e tenero poeta, ama particolarmente la lirica breve. L'insonnia è la sua malattia. Il suo sguardo, attratto dalle zone di confine, si posa spesso su una regione sospesa tra il sonno e la veglia, la fantasticheria e la contemplazione in cui il lettore si trova, in un primo momento, spaesato. Le sue parole ricreano fotogrammi dall'inquadratura decentrata, ritraggono dettagli della realtà per mostrarne l'elemento alieno che vi è inglobato. Un elemento che vive a nostra insaputa e sotto i nostri stessi occhi.
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Dettagli

2002
4 settembre 2002
200 p., Brossura
9788845917134

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Cristiano Cant
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Da quali ingorghi di cielo può spuntare un verso perfetto? Da quale zuffa di elementi dissimili? Da quali coltri incresciose? Se aspettiamo che il mistero si sveli possiamo già accomodarci sul ciglio dell'illusione, ma se tocchiamo l'esito di quelle lotte anzidette, non possiamo che stringerci contenti nei magnifici regali che giungono. Quanto può superarsi il lievito della fantasia se bastano quattordici parole a scolpire un capolavoro. La poesia si intitola Angurie, eccola: "Verdi Buddha / nel chiosco della frutta. / Ne mangiamo il sorriso / per sputarne i denti". Al poeta non serve che il poco, lo scarto, la buccia, l'inservibile, i binari della mente partono lo stesso, il laccio fra due parole, due immagini, un intero poema, solleva ugualmente ali perfette verso mondi di squisitezza inattesa. Ce la fa col divertimento, con lo sberleffo, la schicchera, un improvviso che sovverte di colpo le rozze impalcature dell'ovvietà e mira dove nessuno guarda, dove nessuno intuisce, alzando parole come astri alla portata. Saturno, malinconico cuore, può prendere i suoi anelli con rabbia e strizzarli come uno straccio consumatissimo; ne uscirà linfa magnifica. Leggiamo la gratitudine a Shelley: "Poeta delle foglie morte soffiate via come spettri,/ come moltitudini falciate dalla peste,/ ti lessi per la prima volta a New York, una sera di pioggia,/nel mio atroce accento slavo,/recitando i versi suadenti da un libro malconcio,/costellato di macchie...". Fessure e vicoli dello spirito dunque non possono che lasciare che la parola sgorghi, certa, assurda e commossa come i tantissimi suoni della vita rimestati all'infinito. Mai stupirsi allora "quando la Donna di denari ti siede nuda in grembo", mai spaventarsi "quando la prima briciola cade dalla tavola/e pensi che nessuno la senta mentre tocca terra./Già da qualche parte/le formiche mettono/il cappello da quacchero/e si preparano a farti visita". Nessun nome si salva contro il vivere, ma il Poeta ci salva da un vuoto morire.

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Charles Simic

1938, Belgrado

Charles Simic è stato un poeta e scrittore serbo, Premio Pulitzer per la poesia nel 1990. Laureato degli Stati Uniti (2007), era nato a Belgrado nel 1938 e viveva negli Stati Uniti dal 1954. Nelle sue opere è stato grande rappresentante del minimalismo, e il suo impatto sulla letteratura e la poesia è indiscutibile. Vincitore di numerosi premi, ha scritto oltre sessanta libri tra saggistica, prosa e versi. Per Adelphi sono usciti Hotel Insonnia (2002), Il cacciatore di immagini. L'arte di Joseph Cornell, Club Midnight, Il mostro ama il suo labirinto. Taccuini e La vita delle immagini (2017).

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