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L'America profonda post 11 settembre ed in piena campagna presidenziale in favore della war on terror. Fa riflettere, arrabbiare, commuovere. La parte fotografica si integra perfettamennte con il testo.
Viaggio nell'America post 11 Settembre, nascita di un nuovo senso di appartenenza al paese... Un libro che fa pensare..decisamente
Recensioni
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Il volume si apre con i suggestivi scatti di Williamson: dall'apocalittico World Trade Center del 13 settembre 2001 all'emblematico adesivo sul paraurti di un furgone in Arizona, che recita "Dio, pistole e fegato hanno fatto l'America: conserviamoli tutti e tre". Poi le storie di persone comuni raccontate da Dale Maharidge. Quella, ad esempio, della quindicenne Katie Sierra nella cittadina di Sissonville, West Virginia. A scuola voleva costituire un gruppo di discussione sull'anarchia e contestava l'idea della "guerra giusta" in Afghanistan; venne travolta da accuse infamanti, frutto del patriottismo intollerante della provincia americana. Ma anche New York, forse la città più internazionale del mondo, è teatro di un significativo episodio: l'inseguimento di Amrik Chawla, cittadino americano sikh, scambiato da due uomini per un arabo, e dunque, automaticamente, per un terrorista, nell'atmosfera di panico dell'11 settembre 2001. La cittadina americana di origine palestinese Anna Mustafa, qualche mese dopo, venne invece arrestata all'aeroporto di Chicago, dove era in partenza per organizzare il funerale del padre in Cisgiordania; dovette subire umiliazioni e maltrattamenti prima che un giudice sentenziasse che non aveva commesso alcun reato. In seguito all'inconveniente perse anche il suo impiego e dovette sostenere esorbitanti spese legali. Il quadro che emerge, di un nazionalismo esacerbato dalla paura nei confronti dell'alien, non è certo nuovo, ma le storie raccontate da Maharidge contribuiscono comunque a restituirne l'ampiezza delle dimensioni e la varietà delle forme.
Giovanni Borgognone
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