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Ho comprato questo libro più per la fama che altro, senza sapere per nulla di cosa parlasse, ed è il mio primo libro erotico. Devo dire che non mi è piaciuto per niente! la violenza gratuita mi lascia solo disgustato e non ne capirò mai il senso. Una piccola dose di egoismo, anche un pò rude, durante il sesso è ovviamente normale da parte di un uomo ma questa storia è così assurda e improbabile che veramente non capisco come possa piacere! e trovo pretenziosi i tentativi di interpretazione del cosiddetto "universo femminile". Sotto questa definizione non si può accettare qualsiasi contraddizione!
D'accordo in pieno con Vivi. La grandezza di questo libro non sta nella storia, sicuramete fuori dagli schemi, ma non esasperata come solo De Sade ha potuto anche solo pensare. Sta nel percorso di una donna, O, che non sa e non vuole rinunciare ad esprimere il suo amore e la sua femminilità che sente man mano crescere in lei, come una forma di acettazione , ma in fondo di potere. Potere al quale non vuole e non può resistere, nonostante le prove cui viene sottomessa. Libro anti-femminista per eccellenza ma che ci spiega in modo anche molto crudo e brutale quello che una donna può provare ed accettare per amore e per conoscere ed affrontare le sue debolezze che si rivelano la sua forza.. E quello che può diventare...ma sempre essendone cosciente e non vittima... Grande libro, difficile da condividere e da apprezzare. Io l'ho trovato sconvolgente ma molto più reale di tante storie di amore e sesso fini a se stesse...Qui i sentimenti sono veri, crudi, violenti e di pura sottomissione da parte di O, che alla fine emerge come 'unica figura pura e positiva del libro. Leggetelo, ma con grande attenzionie !
Sono un paio d'anni che ho letto quel libro. E' un grande libro e ha colpito qualche mio punto sensibile (la prima iniziazione anale e il finale, colla marchiatura e "incatenatura" di O). Posso capire che ai tempi della pubblicazione, quando le donne si gestivano l'utero e non lo davano ai poveri ometti, l'idea di un'eroina sottomessa abbia mandato fuori di cotica molti maschi frustrati. Ora l'opera porta qualche ruga. Sinceramente preferisco Toni Bentley (The Surrender) contemporanea, donna colle controvaie, che gestisce il suo piacere, la sua evoluzione e la scoperta del corpo. Anche lei ha delle difficoltà, ma si affranca. Donne complici e protagoniste o donne succubi al piacere proprio e altrui?
Recensioni
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"Se c'è una parola che mi pervade l'animo quando penso a O, questa è pudore. Sarebbe troppo arduo motivarla. E quel vento che corre incessante, che attraversa tutte le stanze. Così soffia anche in O uno spirito, non saprei dir quale, sempre puro e violento, senza tregua, senza ombre. Uno spirito decisivo, che nulla può turbare, né i sospiri né gli onori, né l'estasi né la nausea. L'"Histoire d'O", dall'inizio alla fine, procede come un'azione travolgente. Evoca un discorso più che una mera effusione; una lettera più che un diario intimo. Ma a chi è indirizzata la lettera? E chi vuole persuadere il discorso? A chi domandarlo? Non so neppure chi lei sia. Che lei sia una donna, non lo dubito minimamente. Non tanto per i particolari che si compiace di descrivere: le vesti di satin verde, i corsetti, le gonne arrotolate più volte, "come un ricciolo su un bigodino". Ma per il fatto che O, il giorno che Rene le infligge nuovi supplizi, mantiene una sufficiente presenza di spirito per osservare che le pantofole dell'amante sono sgualcite, bisognerà comperargliene di nuove. Ecco quel che mi sembra pressoché inconcepibile. Ecco quel che un uomo non avrebbe mai notato e, comunque, non avrebbe mai osato dire." (Jean Paulhan)
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