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Questo libro mi è abbastanza piaciuto perché narra la tragedia umana di trovarsi nelle grande aziende tessile, ultra centenarie di Bergamo. Un raccapricciante piano di follia alla ennesima potenza da tre personaggi centrali come sono Vonnazzi Maratoneta di Trescùr ‘il xenofobo sportivo’, e la coppia Scisci Nerone di Cremona ‘il pazzo ballerino’, e Hilda Rasputan dal varesotto: ‘la squilibrata senza cura’. Altri personaggi da non perdere per il sadismo dimostrato sono i/le titolari dell’azienda. Tutti hanno una età intorno 40 o 50 anni, ma sono cattivi come i tre personaggi centrali perché acconsentono e potenziano il piano di pazzia. Alcune pagine le ho trovate voltastomachi, alcuni racconti troppo divertenti, altri fanno orrore dal punto di vista umano. A mio avviso questa saggia unione alleggerisce il libro. Nei suoi brevi ma intensi racconti, Franco Ficarra, esplora con la sensibilità umoristica e giornalistica, l'intricato rapporto che lega l'impiegato onesto e il razzismo della direzione di un gruppo tessile. Ogni racconto è caratterizzato dall'insorgere di un evento straordinario ed inatteso che costringe a ripensamenti e cambiamenti constanti ma proseguendo nella lettura l'intreccio del racconto diventa più appassionante, come sono ‘Hilda e Raffaella, le madonnine persi della chiesa del mobbing’, ‘L’olio di Prato e il suo mistero per la produzione’, ‘Vonnazzilandia e Alessandralandia’, ‘La piuma nera di Vonnazzi’, ‘L’amico prete di Vonnazzi’, ‘Europa! sovvenzionaci fino l'aria che respiriamo’, ‘Il segreto nascosto nella bella firma di Hilda Rasputin’, ‘Schischi sotto le luce rosse’. ‘Soldi + soldi = incompetenza infinita della direzione’, ‘Nerone discoteca’, eccetera. Ho trovato particolarmente piacevole il fatto che un impiegato, che non conosceva i problemi di xenofobia, fosse il protagonista, perché mi ha fatto capire come lui vedesse questa situazione nel tessile. Ne consiglio la lettura, perché riesce ad appassionare il lettore in ogni pagina.
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