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Anno edizione: 1990
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Tim Buckley è stato un cantautore Statunitense dalle incredibili doti vocali, sulle quali lavorò a grandi sperimentazioni soprattutto negli anni "di mezzo" della sua carriera e degli album più sperimentali "Blue Afternoon", "Lorca" e "Starsailor". Terminate le scuole superiori, con un bagaglio di più di venti canzoni scritte a due mani con l'amico-poeta Larry Beckett, il suo nome inizia a circolare nell'ambiente del Folk losangelino. Mette gli occhi su di lui Herb Cohen, manager di artisti del calibro di Frank Zappa, che gli permette di firmare un contratto con la Elektra e registrare il suo primo album, l'omonimo "Tim Buckley" (1966). Inizia la trafila dei concerti, che lo porteranno a esibirsi in minuscoli Club. Buckley respira profondamente l'aria che si respira nella metà degli anni Sessanta, che si tratti degli ideali rivoluzionari che animano i giovani o delle sperimentazioni lisergiche. Tutto questo è riassunto in "Goodbye And Hello" (1967), inciso ad un anno di distanza dall'esordio. Questo secondo lavoro rimarrà il più grande successo di Tim, grazie ad alcuni pezzi memorabili ("I Never Asked To Be Your Mountain", "Phantasmagoria In Two", "Once I Was", il singolo "Morning Glory"): ma Buckley si spingerà oltre. Inizia ad abbandonare parzialmente la collaborazione con Larry Beckett, iniziando a scrivere da sé i testi, che riflettono la sua tormentata interiorità. Ora che è finalmente al centro del successo, sembra volerne scappare: se ne va addirittura da un programma televisivo, rifiutandosi di cantare in Playback. Nel 1968 tiene concerti anche in Inghilterra, registrando anche per il John Peel Show. L'anno successivo arriva questo stupendo "Happy Sad". Gli ascolti Jazz, soprattutto di Miles Davis, di Tim si fanno sentire, pur rimanendo in una matrice Folk. La produzione di Buckley è arrivata a un punto di svolta, virando verso un Folk macchiato di Blues e Jazz ed in "Gipsy Woman" la voce comincia a forzare i suoi limiti, facendosi sempre più disperata e urlata. Il disco è ormai un classico bellissimo.
Commovente e inebriante, uno dei dischi più belli della storia
oltre a concordare pienamente col giudizio di Federica,posso aggiungere soltanto che l'album è un autentico dipinto sonoro colorato con le tempere del silenzio.Un affresco sulle pareti del cielo.Grano di Paradiso.Eppure tutti i versi che potrei scrivere non basterebbero.Un abbraccio a tutti i Buckleyani.
Recensioni
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