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Dopo "A_vision", il sorprendente album d'esordio (2006), Rodolfo Montuoro rilancia in forma rock le atmosfere sofisticate e irish del suo precedente lavoro e disegna un'immagine davvero inedita di Hannibal, il personaggio indimenticabile di Thomas Harris e del cult movie di Jonathan Demme. Hannibal, cannibale e "psicologo" per eccellenza, qui ridona la vita ai suoi fantasmi e si nutre della carne viva di desideri e passioni. Diventa la controfigura di un Eros tragico, capace delle più micidiali tenerezze e delle più amorevoli atrocità, e si rivela come l'unico e vero amante "ideale" dell'Anima, di Psiche. Una Casanova a rovescio, ma assai più fecondo e imprevedibile, che divora le sue "vittime" per invogliarle alla fuga, alla metamorfosi e alla trasformazione. Hannibal/Eros, dunque. Questa sovrapposizione, come due volti della stessa maschera (o come due maschere di un unico e indecifrabile volto), crea nell'album un gioco incessante di richiami, di riflessi, di invocazioni, di presentimenti che seduce, svia e anima continuamente l'ascolto. Oltre a queste due immagini appartenenti alle più remote (Eros e Psiche) e recenti (Hannibal) mitologie, emergono con vivida freschezza altre fonti: La colomba recupera il testo di un'antica canzone popolare basca; La lettera traduce Henry Barbusse; Non si dimentica riprende i versi di una delicata lirica di Ottiero Ottieri. I testi originali sono in un serrato scambio con queste fonti. E, allo stesso modo, l'intricato tessuto musicale, elettrico e percussivo, è continuamente agitato da un colloquio inquieto e sempre inatteso con gli esiti più sofisticati del progressive internazionale, La produzione è di Gennaro Scarpato (iniziatore, coi Triad Vibration, del tribal jazz in Italia) e del fratello Giuseppe Scarpato, chitarrista di Edoardo Bennato, considerato uno dei più eclettici e brillanti chitarristi rock italiani. Ospite d'eccezione, in due brani, una star internazionale della musica lirica: Anna Zoroberto, soprano titolare del Teatro alla Scala.
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