USA Limited Edition Vinile + CD.
No, l’Apocalisse non è la fine di ogni cosa; è parte della creazione e un processo irrinunciabile nell’eterno ciclo del nascere e morire. Non c’è alcun filo evoluzionistico che ci spinge a credere nella redenzione.
Anche se in “Hall of Thatch”, Jérôme Reuter – aka ROME – ci mette inizialmente a confronto solo con voce e chitarra acustica, una cosa è subito evidente: è l’inizio di qualcosa di nuovo.
Come una tempesta oscura e potente, il sound del disco stravolge le nostre percezioni.
ROME come un moderno Virgilio con Dante, prende l’ascoltatore per mano e lo guida attraverso le sfere della nostra esistenza. Termini come paradiso, inferno e purgatorio tuttavia, sarebbero troppo banali per descrivere gli abissi della nostra quotidianità.
“Hall of Thatch” è di enorme impatto.
C’è una storia dietro questo disco. Alcuni anni fa, Jérôme Reuter è andato in Vietnam. Il paese, la sua storia, cultura e il suo legame con il Buddismo lo hanno affascinato moltissimo, così come lo stile di vita delle persone, che hanno davvero affrontato l’Apocalisse mezzo secolo fa. A intervalli regolari, si è esibito in concerto in alcuni di questi affascinanti luoghi dell’Asia, carpendo e lasciandosi influenzare dalle tradizioni locali, in quelli che lui stesso ha definito i suoi “field recording trip”. Molti di questi canti e preghiere hanno poi trovato posto nel disco, divenendo frammenti dei nuovi brani di ROME.
Il sound di ROME è sempre stato imponente, ma nessuno dei precedenti album delprogetto è stato così oscuro e potente come “Hall of Thatch”. Reuter ammette raggi di luce sparsi qua e là, ma ammette che questa volta non c’è via d’uscita. Non è musica che metti e lasci andare. ROME lo paragona ad essere gettati in un qualche satanico organetto a cilindro, dal quale non potrete più scappare. In questo senso, il disco può essere associato ai lavori di Wovenhand, Foetus, Swans o Steve Von Till.
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