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Si fa una certa difficoltà a incasellare in categorie di genere questo nuovo romanzo di Troncarelli. Il primo centinaio di pagine ripercorre il vagabondaggio esistenziale di Guido: un racconto condotto in prima persona, intimo e generoso di particolari. Il protagonista, romano cinquantenne, narra con movimentati flashback la sua vita, dall'infanzia in famiglia alle sue molteplici occasionali occupazioni (da accompagnatore nei ristoranti a mediatore ovino, da cuoco fuggiasco su una petroliera libanese a intrattenitore radiofonico), senza trascurare le traversie amorose e le amicizie, che forniranno la chiave per sbrogliare l'enigma di orrendi omicidi che si affacciano nella seconda parte del libro. Una sconosciuta voce nasale, infatti, annuncia puntualmente, proprio alla radio di cui Guido è animatore, imminenti delitti. A questo punto si riconoscono le tinte cupe del noir (anche se lo scrittore ha una mano piuttosto leggera) insieme all'improvvisato stile investigativo di Guido, chiaramente ispirato al più famoso Nero Wolfe: indagatore casalingo, con le pantofole ai piedi e spesso dietro ai fornelli. Ad affrontare tombaroli, punkabbestia e altri segmenti di consimile umanità saranno soprattutto Luana, Raul e Bacarozzo, affezionati ascoltatori del dj protagonista, che diventano pretesto per intessere gustosi dialoghi in romanesco. Ma il giallo innescato non porta alla ribalta le azioni dei personaggi a scapito della riflessione. Dall'inizio alla fine, il romanzo è intagliato da frasi che hanno il peso e la lapidarietà di aforismi. Il filo conduttore è un guscio di noce: "Uno viaggia su un guscio di noce, in mezzo ai fulmini e alla tempesta ed è già tanto se arriva in porto... ognuno si sente un Dio. E invece è solo un piccolo ragno su un guscio di noce; fa la sua tela, ma per romperla basta un soffio".
Rossella Durando
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