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Libro introduttivo piuttosto generico, accenna a tante cose (troppe) senza approfondirne nessuna e resta privo di esiti applicativi; utile per chi inizia per farsi un'idea ma non di più.
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C'era davvero bisogno di un libro di etologia da campo scritto da autori italiani. In realtà, già nel 1980 uno dei due autori pubblicò per la medesima casa editrice Etologia di campagna, di cui questo nuovo volume rappresenta una riuscita estensione aggiornata. La principale novità, come ricorda Danilo Mainardi nella sua bella prefazione, consiste nel fatto che per questa seconda versione si siano associati un esperto di mammiferi con un ornitologo: e questa seconda professionalità arricchisce grandemente l'opera.
Il testo è dunque un manuale completo che parte compiutamente da cenni storici, ma è soprattutto importante per quanto riguarda le tecniche di rilevamento osservazionale diretto (attrezzature ottiche e fotografiche, come nascondersi, come attirare animali con esche succose), ma anche il rilevamento indiretto. Quest'ultimo ha compiuto passi da gigante: sfrutta attrezzature fotografiche e di videoregistrazione ogni giorno più sofisticate e meno costose; ma soprattutto è la radiotelemetria satellitare a permettere di seguire animali equipaggiati con radiocollari su tempi, per distanze, e con precisioni che fino a pochi anni or sono erano semplicemente inimmaginabili. Il libro racconta così la fantastica storia delle tartarughe marine con rilevatori satellitari incollati sul carapace e inseguite da Floriano Papi e Paolo Luschi nella loro incredibile migrazione dalle coste del Brasile a quelle dell'isola di Ascensione, per duemila chilometri.
Queste tecniche satellitari assai sofisticate e sempre più accessibili - soprattutto se applicate a conservare specie rare e non di rado rarissime - partecipano in forma professionale militante a quella insostituibile opera di restauro del pianeta Terra che ospita la nostra arrogantissima specie Homo sapiens sapiens, quella che sta spoliando di specie animali e vegetali il pianeta al ritmo assai preoccupante di circa una specie ogni venti minuti.
Alcuni capitoli sono utilmente tecnici, come quelli che parlano di tracce, di raccolta di escrementi (dai quali risalire agli ani e ai relativi proprietari al fine di identificare specie, sesso o magari singolo individuo), o quelli sui visori e binocoli notturni che sfruttano tecniche militari al poco bellico fine di osservare animali notturni nei loro comportamenti, più nascosti, nelle loro etologie rese altrimenti invisibili dall'oscurità. Altre parti tecniche riguardano anelli e relative pratiche di inanellamento, l'apposizione di marche e targhette o collari per identificare singoli individui sia in migrazione che residenti su determinati territori. Capiterà perciò di osservare un curioso gallo forcello con tre grandi macchie rotonde sul groppone. Include l'uso (pericoloso!) del farmaco Immobilon, che narcotizza un cervo maschio adulto in 180 secondi. Ma il libro manualizza anche strumenti di lavoro importanti, e che seguono l'osservazione etologica vera e propria: come redarre un lavoro scientifico in una forma accettabile per una rivista internazionale e nazionale o come allestire in un poster per un pubblico di studiosi a convegno dati raccolti sul campo. Il testo è anche corredato di piacevoli illustrazioni e fotografie che lo rendono fruibile a un pubblico non professionale.
Un intero capitolo è infine dedicato alle analisi statistiche dei dati: un punto di fondamentale transizione tra l'osservazione sporadica o aneddotica condotta dal bird watcher o dall'amatore colto e appassionato verso la più consistente serialità del dato scientifico, ma unicamente fruibile dalla torre eburnea del mondo degli esperti professionisti. Con grande spreco di dati potenzialmente utilizzabili.
Ma proprio questa parte contiene parecchie imperfezioni, e andrebbe urgentemente fatta ricorreggere da uno statistico professionista. Per esempio affermare che "La potenza di un test e la probabilità che esso ha di raggiungere la conclusione corretta ossia accettare l'ipotesi Ho Perché non è solo agli etologi che il libro si rivolge, ma saranno soprattutto i dilettanti amatoriali che ne potranno trarre gran beneficio dall'averlo in biblioteca. Il libro suggerisce infatti una riflessione, che è poi una mera comparazione tra quanto succede nel mondo anglosassone e quanto avviene da noi: qui il mondo dei professionals (etologi, ornitologi professionisti e studiosi di vertebrati) vive una forte separazione dal mondo dei "dilettanti". Anzi, con la morte di figure mitiche dell'ornitologia nazionale - come il professore Edgardo Moltoni, anche direttore del Museo civico di Storia naturale di Milano - morì anche la sua "Rivista Italiana di Ornitologia", uno dei rari casi di utile contaminazione tra il mondo scientifico accademico e quello degli amatori colti. E questo è davvero un peccato, perché la massa critica delle informazioni raccolte con appassionata amatorialità, ove indirizzata da più austera scienza ufficiale, può dare risultati congiunti importanti, come il noto caso della diffusione della "proto-cultura" delle cincie inglesi che progressivamente appresero a nutrirsi della panna galleggiante nel collo delle bottiglie del latte. Descritto dall'etologo Robert Hinde, grazie all'ausilio di centinaia di ornitologi amatoriali. E proprio un libro come questo, che si rivolge tanto al pubblico degli esperti quanto a quello dei dilettanti, potrebbe utilmente congiungere queste due porzioni della ornitologia nazionale. Sarà anche un utile manuale per assessori e amministratori locali che vogliono cimentarsi con il monitoraggio di quelle specie animali rare e dunque preziose che convivono con i cittadini-elettori sul territorio e che possono essere numericamente censite grazie a tecniche come quelle del playback sonoro, che consiste nello "sfidare" con canti o richiami preregistrati gli animali di un certo territorio: che rispondono a loro volta con emissioni acustiche, rivelando la loro presenza. Così da essere censibili. Insomma, il libro è una riuscita minienciclopedia di cui anche qualunque insegnante desideroso di acculturare i propri allievi di scienze naturali o biologiche potrà fare uso saggio.
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