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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2024
Nell’undicesimo episodio della seconda stagione di The L Word (2004-2009) la bisessuale Alice (Leisha Hailey) e la sua compagna Dana (Erin Daniels), durante il Pride di Los Angeles, si imbattono in una sessione sadomasochistica (S/M) aperta al pubblico. Le donne entrano per curiosare, ma la loro permanenza alla performance, che rimarrà volutamente fuori campo, durerà solo pochi istanti lasciando le due protagoniste inorridite. Questa sequenza, tratta da un serial che in piena epoca Bush si era contraddistinto per mostrare senza tabù sessualità non-eteronormative, è emblematica di come l’universo del BDSM (termine generico che è il risultato di una combinazione di diversi acronimi) venga dipinto come “altro”, alieno, diverso.
Cronaca nera, scandali da rotocalchi, film pornografici o la fortunata serie letteraria Cinquanta Sfumature (giudicata da Erica Jong come “cinica spazzatura prodotta solo per fare soldi”) sono i mezzi principali attraverso i quali la maggior parte delle persone vengono a contatto con pratiche sessuali “non convenzionali”, la cui realtà viene dunque presentata in forma semplicistica e superficiale.
A coloro che, superando gli stereotipi, volessero conoscere questo mondo, sarà utile un libro che lo descrive senza pregiudizi: Guida al Kink. BDSM, giochi di ruolo ed eros estremo. Tristan Taormino, curatrice del volume, è un personaggio poliedrico: sex educator, autrice di saggi e articoli di divulgazioni sulla sessualità nonché regista di film pornografici pluripremiati. Emblematica nei libri di Taormino, di cui Odoya ha appena pubblicato anche Guida al piacere anale per lei, è la scelta di un approccio privo di voyeurismo: lo stile, per quanto gradevole e coinvolgente, è quello di un manuale, non di un libro di racconti erotici.
Ma esattamente cos’è il kink? Tradotto letteralmente significa “bizzarria”, questo termine viene usato genericamente per indicare, come ricorda la curatrice, “le persone, le pratiche e le comunità che si muovono al di là delle idee tradizionali sul sesso per esplorare i confini dell’erotismo”. Aiuterà molto, nella lettura, la divisione in due sezioni: “capacità e tecniche”, i cui paragrafi forniscono una guida alle varie pratiche, e “fantasie e filosofie”, dove l’aspetto filosofico si fonde con le esperienze di ruolo. Infatti “quel che i fanatici anti-kink – afferma Tristan Taormino – non capiscono di noi è che siamo nerd. Nerd del sesso, intellettuali SM”. Guida al Kink evidenzia come tali pratiche non possano essere improvvisate ma necessitino di studio e soprattutto di una profonda complicità e conoscenza tra coloro che le attuano. Analoga l'impostazione di Guida al piacere anale per lei, in cui Taormino sceglie di approfondire un'altra pratica “tabù”. Pure qui, infatti, il testo è suddiviso in due parti, la prima volta a decostruire i pregiudizi che circondano il sesso anale (dal legame esclusivo con l'universo omosessuale maschile al suo essere "contro natura"), la seconda centrata su un'analisi della pratica stessa, arricchita da consigli privi di toni morbosi.
Caratteristica dei due libri, e in generale dell’opera di Taormino, è l’esplicita adesione al femminismo. Forse ad alcuni l’accostamento di femminismo e pornografia potrà sembrare un ossimoro, probabilmente perché in passato l’atteggiamento antipornografico di femministe come Andrea Dworkin e Catherine Mackinnon ha avuto maggiore visibilità rispetto alla sua antitesi, il Prosex Feminism. Un femminismo, come ha brillantemente illustrato Virginie Despentes nel saggio King Kong Girl (Einaudi 2007) e nel documentario Mutantes: Porn, Punk Feminism (2009), che rivendicava la libertà di scegliere del proprio corpo e dei suoi usi. Il movimento è sorto negli Usa nei primi anni Ottanta, come reazione all’avvicinamento da parte di molte femministe americane alla destra cristiana nel tentativo di bandire la pornografia. In parti differenti dell’America arrivarono risposte a questa svolta “conservatrice”: a San Francisco dalle file dell’attivismo lesbico nacque On Our Backs (1984-2006), la prima rivista di “intrattenimento per la lesbica avventurosa”, una delle cui maggiori animatrici era la poliedrica Susie Bright, nota anche come Susie SeXpert.
Nello stesso periodo le porno star Annie Sprinkle, Candida Royalle, Veronica Vera, Gloria Leonard e Veronica Hart iniziarono a riunirsi nell’appartamento di Sprinkle in un gruppo di autocoscienza denominato Club 90, sorto all’interno dell’industria hard. Questa esperienza portò non solo a un cambiamento nell’industria a luci rosse, per quanto riguarda la configurazione femminile dei desideri (Royalle fonderà Femme Productions, la prima casa di produzione di film erotici per donne), ma a svolte di natura personale, come sottolinea la stessa Sprinkle in Post-Porn Modernist. Venticinque anni da puttana multimediale (Venerea Edizioni 2005, ora ridistribuito da Golena Edizioni). “L’amore, la comprensione, la saggezza e l’aiuto delle mie amiche […] hanno cambiato per sempre, e in meglio la mia vita”.
Ma il Club 90 è solo uno dei capitoli del libro – e dell’avventurosa vita – di Sprinkle. Post-Porn, come ricorda l’autrice nell’introduzione, è la rielaborazione di un omonimo spettacolo teatrale che ripercorre la sua carriera-vita evidenziando come certi confini siano a tratti inesistenti. “Annie” è l’alter-ego di Ellen Steinberg, timida ragazza cresciuta in una famiglia ebrea del ceto medio. Acquistando questa nuova identità, la donna inizierà un processo di crescita che verrà rispecchiato nelle sue numerose professioni: prostituta, spogliarellista, dominatrice nei locali underground, star dell’industria cinematografica a luci rosse, regista di film hard, attivista per i diritti delle sex worker.
Proprio l’esordio di Sprinkle dietro la macchina da presa, con Deep Inside Annie Sprinkle (1981) “inaugurerà una nuova era del porno fatta dalle donne”. Riduttivo però sarebbe considerare Post-Porn solo come una biografia in cui le immagini ricoprono un ruolo essenziale quanto le parole. Come in tutta l’opera di Annie Sprinkle, studiata e apprezzata da accademiche di fama internazionale tra cui Linda Williams e Camille Paglia, lo spirito parodistico e l’esibizionismo sono elementi trainanti di una forza “politica” libertaria. Ma Post-Porn si può leggere anche come un percorso underground americano: dalle sperimentazioni sessuali e dall’amore libero hippy alla paura del sesso, con la scoperta terrorizzante dell’Aids, degli anni Ottanta, sino ai più tranquilli Novanta.
Nell’era Trump, libri come Guida al Kink, Guida al piacere anale e Post-Porn presentano un carattere resistenziale, per mantenere viva la libertà degli esseri umani di decidere del proprio corpo. Come diceva Adele Faccio, “non esiste libertà che non passi dalla libertà sessuale e dalla conoscenza”.
Recensione di Valerio De Simone.
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