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"Il gufo e la gattina" costituisce senz'altro un valido esempio di commedia in grado di sposare mirabilmente accenti brillanti e toni sentimentali, ma, soprattutto, rappresenta, in maniera quasi paradigmatica, il tipico prodotto di quel milieu culturale ed artistico ebreo newyorkese (con chiare radici mitteleuropee e russe) particolarmente attivo ed apprezzato negli anni Settanta e che ebbe in personaggi come Neil Simon, Walter Matthau e Woody Allen i suoi più illustri rappresentanti. Infatti tutti i componenti principali del team creativo e recitativo della pellicola sono nativi dell'area urbana della Grande Mela: Segal è di Long Island, Streisand e il regista Herbert Ross di Brooklyn, Robert Klein del Bronx, lo sceneggiatore Buck Henry (Henry Zuckerman) è anch'egli di NYC, mentre Bill Manhoff, autore della pièce teatrale da cui fu tratto il film, è di Newark, N.J., appena al di là della Baia. E tutti loro, con l'aggiunta dell'attrice Roz Kelly, sono discendenti di famiglie ebree di recente immigrazione da paesi dell'Europa centro-orientale. Le tematiche dello screenplay e dei dialoghi sono poi di cristallina matrice liberal yiddish-nuovaiorchese: sesso, psicanalisi, problemi di incomunicabilità dell'essere umano e dell'artista in particolare, disagio di quest'ultimo (economico, relazionale) in un mondo governato dalle leggi del profitto e del consumismo. Schiettamente newyorkese, infine, risulta pure l'ambientazione che si dipana fra monocali in affitto (sul genere de "L'appartamento" o "A piedi nudi nel parco"), abitazioni borghesi (tipo "La strana coppia") e opulente dimore altolocate (come quelle delle sitcom "Il mio amico Arnold" o "La tata"). Il cast appare particolarmente in parte, affiatato ed iconico di quegli anni (anche se entrambi lavorano molto bene il ruolo di lui avrebbe potuto essere interpretato da uno qualsiasi fra Lemmon, W. Matthau, R. O'Neal, P. Sellers o E. Gould e quello di lei da G. Jackson, G. Hawn, J. Fonda o M. Mason). Comunque da vedere!
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