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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2017
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Quando a raccontare la guerra è una donna, ogni minimo dettaglio assume la sua importanza. Questo titolo, come tutta la produzione della Aleksievic, è stato bandito in Bielorussia a seguito dei contrasti tra l'autrice ed il presidente Aleksandr Lukasenko: la Aleksievic è tornata a Minsk dopo dodici anni all'estero. La guerra non ha un volto di donna è un documento storico, una raccolta delle numerose testimonianze di donne sovietiche che hanno partecipato alla seconda guerra mondiale. Perché sì, anche le donne hanno avuto la loro parte nel conflitto, e non solo come infermiere: a parlare sono addette alle comunicazioni, carriste, aviatrici, tiratrici scelte, partigiane, donne che hanno sofferto tanto quanto gli uomini ma che una volta tornate dalla guerra hanno dovuto affrontare la dura realtà dell'emarginazione. Sono state costrette al silenzio dalle stesse famiglie, perché chi mai avrebbe voluto sposarle sapendo che erano state in guerra? Donne con invalidità che hanno trascorso il resto dei loro giorni in case famiglia, che non hanno potuto avere figli, costrette a tacere la loro esperienza mentre gli uomini venivano decorati per gli stessi sforzi. Quello della Aleksievic è un libro estremamente doloroso ma necessario, con cui l'autrice si ripromette di restituire a queste donne ciò di cui sono state private: la voce.
Il mio voto è solo quattro perché il libro è troppo pieno di cose e deve necessariamente essere preso in più dosi (le mie tre, quelle degli altri non so), ed è di un interesse altissimo. Noi in Europa non abbiamo avuto donne-soldato combattenti arruolate(non infermiere, autiste dei generali o altro, ma pilote, artigliere, sanitarie che andavano sul campo a raccogliere morti e feriti, anche se talvolta si stava ancora combattendo), in un numero tale che forse non riusciamo nemmeno a comprendere. L'autrice ne ha raccolto i ricordi attraverso molti anni di interviste e ne viene fuori un ritratto umanissimo di chi a Stalingrado vede un fiorellino e si commuove o di chi parla dei bambini lasciati alla nonna, della fede di partito che le spingeva (sembra impossibile, ma risulta vero). E poi si racconta anche del trattamento che hanno ricevuto dai compatrioti finita la guerra. Libro consigliatissimo insieme a "Vita e Destino", vecchio romanzo di Vasilij Grossman. Si completano a vicenda.
. La guerra non ha un volto di donna *** di Svetlana Aleksievic I racconti orribili dei protagonisti della guerra combattuta in Russia contro i tedeschi nella seconda guerra mondiale. La scrittrice ha raccolto singoli ricordi facendo comprendere la guerra vera quella che nessun vuole raccontare. Terribile lettura storica. Pagg. 422 dic 2015
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