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Anno edizione: 2000
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Preciso da subito che non ci troviamo di fronte a un saggio storico, ma di un diario di quanto avvenne nel 1943 e nel 1944 in val d’Orcia. E’ però questa natura di resoconto di fatti accaduti e messi su carta dall’estensore a dare un pregio al libro, grazie all’immediatezza che comporta e alla capacità di avvincere il lettore in quanto per nulla noioso. Iris Cutting, anglo-americana trapiantata a Firenze quando era ancora una bambina, lì conobbe e sposò il marchese italiano Antonio Origo e con lui visse in una grande tenuta agricola di proprietà, La Foce, situata nella pianura toscana. Lì diedero impulso all’attività agricola, avvalendosi di un consistente gruppo di mezzadri, e lì nel 1944 passò la guerra, nel senso che si combatté. Gli anni del diario, tuttavia, sono due, il 1943 e il 1944, periodo di tempo in cui la scrittrice affida al diario le sue ansie, le sue paure e anche le speranze. Ma a rendere queste cronache e questi personaggi (occorre ricomprendere il marito Antonio) particolarmente interessanti c’è anche l’attività assistenziale che praticarono, ospitando un nutrito gruppo di bambini esuli dalle città del Nord sottoposte ai bombardamenti. Ci deve essere però in Val d’Orcia un’aria particolare, perché con l’8 settembre 1943 lì si cominciano ad aiutare i nostri soldati in fuga, i giovani che non si presentano alla chiamata alle armi, i partigiani, i profughi. E l’aiuto non è dato solo dai coniugi Origo, ma anche dai loro contadini, con uno spirito di fraternità invidiabile, nonostante i sacrifici e i rischi a cui vanno incontro. Come scrive Sergio Romano nell’introduzione in Val d’Orcia si verifica un fenomeno del tutto straordinario di grande impegno civile e di eroismo, con una vittoria che vale più di mille guerre vinte, di alcune centinaia di esseri umani che nell’orrore della guerra non sono caduti nell’abbrutimento, ma si sono difesi con le sole armi dell’amicizia, della solidarietà e della dignità. Da leggere, non c’è dubbio.
E' un libro che riflette la realtà di quei anni, senza retorica e molto lucido equilibrato; da rendere obbligatorio come lettura nelle scuole.
E' un libro che tutti dovrebbero leggere: per conoscere, per commuoversi, per capire e per comprendere un'epoca il cui ricordo si sta sempre più affievolendo. Troppo spesso si perde il valore della solidarietà tra gli uomini:mi auguro che il racconto di questa donna esemplare serva a tutti a ritrovarlo.
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