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Un libro rivelazione che svela una pagina inedita della biografia di Audrey Hepburn: il suo impegno contro l'occupazione nazista.
«Un libro davvero interessante» – il venerdì
Indimenticabile in Vacanze romane, icona di stile in Colazione da Tiffany e Sabrina, Audrey Hepburn è una delle star del cinema più amate. Della sua vita, dei suoi film e del suo impegno come ambasciatrice dell'UNICEF, giornali e rotocalchi hanno raccontato molto, dando l'idea che, nonostante la sua estrema riservatezza, di lei non ci fosse più nulla da scoprire. Ma così non è. Figlia di una baronessa olandese e di un sedicente conte inglese, dopo alcuni anni in Inghilterra, la giovane Audrey si trova in Olanda proprio negli anni dell'occupazione tedesca. Sarà l'uccisione da parte dei nazisti dell'amato zio Otto, unica figura maschile di riferimento dal momento che il padre viveva in Inghilterra dopo la separazione dalla moglie, ad avvicinare la ragazzina alla Resistenza. Mettendo a rischio la propria vita, Audrey comincia a consegnare cibo ai soldati britannici, a fare da staffetta per le informazioni e i giornali clandestini, a danzare per raccogliere fondi per i gruppi di resistenti nelle Serate nere, così chiamate perché le finestre venivano oscurate. Di questo impegno, Audrey parlò pochissimo e con vaghe allusioni. Né amava parlare della fame e degli stenti che aveva dovuto sopportare in quegli anni, la "dieta di guerra" la chiamava, e che ne avevano segnato la salute e il fisico.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro scritto e documentato tutto sommato bene, per me è stato un po' difficile da leggere perchè l'aspetto storico è molto pronunciato ed io non sono un'amante di guerre e battaglie. Diciamo che c'è più seconda guerra mondiale che Audrey Hepburn, mentre io cercavo la seconda. Tutto sommato però mi ha aiutata a capire cosa deve aver provato e come questo periodo l'abbia influenzata per tutta la sua vita.
Libro discretamente documentato, scrittura abbastanza fluida ma il titolo trae in inganno. Si tratta più della storia della Hepburn e della sua famiglia d’origine nel periodo di ascesa del terzo reich e fino alla conclusione della guerra. La figura di Audrey, per quanto se ne parli, non risulta mai del tutto centrale. Centrale e la madre di lei, la guerra, l’olanda in guerra. Il libro non mi è del tutto dispiaciuto ma sulla guerra, sulle popolazioni in guerra a mio parere c’è di meglio. Mi resta la sensazione che la figura dell’attrice sia usata da richiamo pubblicitario.
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