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Recensioni La guerra delle sinistre. Socialisti e comunisti dal '68 a Tangentopoli

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Perché nell'Italia repubblicana la sinistra non ha - se non rarissimamente - espresso una premiership di governo? Perché è apparsa, rispetto a quanto avveniva in altri contesti europei, «figlia di un dio minore»? Mille sono le ragioni del fallimento, prima di tutto culturale, di una famiglia politica, che pure è stata oggetto di ammirazione, negli anni sessanta e settanta, da parte dei progressisti di altri paesi. In questo libro Marco Gervasoni fornisce un'interpretazione storica basata su quello che ritiene un fattore fondamentale per la débâcle della sinistra italiana: il peso abnorme esercitato dal comunismo, unito alla scarsa volontà, prima, e all'incapacità poi, dei socialisti di controbattere a questa egemonia. Da sempre viva, per ragioni sistemiche e ideologiche, la competizione tra le due sinistre, Psi e Pci, si inasprì davanti alla sfida culturale rappresentata da Bettino Craxi a cui il Pci reagì trasformando il segretario socialista nel principale dei propri nemici. Così, se per Craxi Enrico Berlinguer era un politico refrattario alla modernità; per il segretario Pci, il leader socialista era un «bandito politico». Due personalità carismatiche opposte tra loro tanto da far intravedere due Italie: irrimediabilmente in crisi (economica, morale e politica) quella di Berlinguer; dinamica e aperta al mercato e ai consumi, quella di Craxi. L'arma della demonizzazione dell'avversario politico, propria della propaganda comunista, fu brandita non solo contro Craxi, ma verso tutto il gruppo dirigente socialista, i suoi militanti e i suoi elettori con una violenza inaudita. Infine, dopo lo scoppio di Tangentopoli, gli eredi di un partito che non c'era più, il Pci, contribuiranno a eliminare politicamente il Psi, nonostante gli sforzi di alcuni - come Giorgio Napolitano da una parte e Giuliano Amato dall'altra - per impedire che da questa guerra rimanessero solo macerie. Il libro ripercorre quelle vicende attraverso le voci dei dirigenti e dei militanti, degli intellettuali e degli artisti (di un campo e dell'altro), delle pagine dei giornali (soprattutto «l'Unità» e l'«Avanti!»), dei settimanali («Rinascita» e «Mondoperaio») e delle testate satiriche («Tango» e «Cuore»), per rispondere ai tanti interrogativi ancora irrisolti. )
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