L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2010
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Fante non sbaglia quando vuole restituirci il ritratto dell'America dei nuovi arrivati, siano essi marginali, stranieri o ragazzini. Bellissimo il ritratto della sua cerchia familiare, così terribilmente in linea con il cliché degli immigrati italiani, altrettanto bello quello – meno noto – dei filippini. Fante è fatto così, e ci mette anche in guardia sul fatto che «i santi possono essere anche le persone più strane nei posti più del cavolo (321)». Vero e proprio gioiello, il prologo di "Chiedi alla polvere".
Un libro che contiene racconti che hanno il sapore amaro della fame e il puzzo della miseria e allo stesso tempo, che sanno godere delle tribolazioni compiute per raggiungere un dato obiettivo ma soprattutto che possiedono tonnellate di coraggio e di determinazione.
Bel libro. John Fante non delude mai. Consigliato.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sedevano in circolo gli uomini della nostra famiglia. Zio Giulio, il macellaio, il padrone di casa; zio Clito, il barbiere; zio Pasquale, lo scalpellino; zio Tony, il camionista; zio Attilio, l'operaio. Mio padre, il mastro. Pigiati nel piccolo salotto adorno, bevevano vino e fumavano sigari, e sotto quei vestiti della domenica, tutti a puntino, i loro corpi bassi e tarchiati si accaldavano e sudavano.
Con il ritrovamento di questi diciassette racconti e del prologo integrale a Chiedi alla polvere, il curatore della raccolta, Stephen Cooper, può dire di aver avuto una notevole fortuna. Nascosti nei cassetti di un mobile chiuso in uno sgabuzzino, in mezzo ai più diversi fogli di carta, alle ricevute e a biglietti conservati come ricordo di una vita, i racconti sono miracolosamente apparsi agli occhi di Cooper che aveva chiesto alla moglie di Fante, Joyce, di poter guardare il materiale non accora reso pubblico per concludere la biografia che stava scrivendo sull'autore italoamericano. La moglie, sostenitrice da sempre delle capacità letterarie del marito e, dopo la sua morte, molto attiva a tenere desta la memoria dei lettori, aprì nell'estate del '99 quel prezioso ripostiglio, permettendo a Cooper di frugare nei cassetti e di prendere tutto il materiale utile che vi avesse trovato. Saltarono così fuori questi racconti che, riprendendo lo stile e le tematiche proprie dello scrittore, saranno di certo molto amati dai numerosissimi cultori di Fante e considerati una specie di miracolo.
Quella cultura italo-americana, quelle famiglie litigiose e cariche di passione che sono protagoniste di tante pagine ritornano qui con tutta la vitalità e la quotidiana vivacità a cui l'autore ci ha abituati. Dal contrabbandiere "pentito", ai bambini che ascoltano spaventati dalle loro stanze i litigi di mamma e papà, alla fanciulla troppo chiacchierata ma tanto attraente, al ragazzino che la sorella considera destinato a diventare papa ma che gli amici non giudicano proprio santo, alla povera signora Bandini che piena di umiliazione riesce a portare a casa qualcosa per cena anche senza pagare: Fante, "l'interprete della psicologia umana", come lui definisce se stesso in quanto scrittore, fotografa scene quotidiane, immagini di assoluta normalità con l'affetto con cui guarda tutto il mondo della sua infanzia e della sua adolescenza, il mondo reale che ha conosciuto e che ricorda, ma anche il mondo che lui, nella sua professione, ha inventato, i personaggi di fantasia nati dalla sua penna: "datemi un romanzo bizzarro su un uomo e sulla sua compassione per il genere umano". La solitudine in cui può maturare la creazione è stata nella biografia di Fante spezzata dalla presenza affettuosa di una famiglia d'origine un po' ingombrante, di una moglie innamorata e tenace, di figli piuttosto difficili. Il figlio Dan, scrittore anche lui, con un passato molto tormentato, lo ricorda con ammirata nostalgia, lo considera un maestro e del suo insegnamento artistico resta più di una traccia nel suo romanzo Agganci apparso in traduzione italiana pochi mesi fa.
Non solo la comunità italoamericana ma ogni minoranza etnica ha suscitato l'interesse di questo scrittore che compie un'operazione davvero eccezionale: semplificando linguaggio e comportamenti, riesce a creare l'immediatezza della vita e ancor di più è in grado di mostrare come ogni uomo, qualsiasi sia la sua cultura d'origine, vive impulsi, emozioni, sentimenti, rabbie molto simili così da infrangere ogni barriera tra popoli diversi.
L'importanza nella narrativa contemporanea di Fante è dimostrata non solo dall'essersi trasformato in scrittore di culto per molti americani e europei, ma per il numero elevatissimo di imitatori del suo stile. Autore anche fortemente contaminato dal cinema e dal teatro, in quanto la parte del dialogo è spesso preponderante e le psicologie dei personaggi emergono più dai confronti verbali che dalle descrizioni.
A cura di Wuz.it
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore