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La Massoneria che pubblica e si appropria di Gramsci! Certo Gramsci è di tutti. È un patrimonio che va preservato. È un intellettuale il cui pensiero ha ancora molto da dare. Oltre ad essere egli un esempio incomparabile coerenza. Il bellissimo è unico discorso del deputato Gramsci è interessante soprattutto dal punto di vista del metodo. Come leggere oltre le parole. Svelare ciò che le parole nascondono. Gramsci ha capito come il decreto governativo contro le “associazioni segrete” altro non era che una legge non tanto contro la massoneria – gruppo sostanzialmente di potere e, quindi, facilmente addomesticabile - ma contro i partiti che si opponevano al fascismo. E in particolare contro il partito comunista. «[…] la legge è fatta specialmente contro le organizzazioni operaie. Domandiamo perché da parecchi mesi a questa parte senza che il partito comunista sia stato dichiarato associazione a delinquere, i carabinieri arrestano i nostri compagni ogni qualvolta li trovano riuniti in numero di almeno tre … […]» Parole chiare e forti. E le dice lì, in parlamento, davanti a Mussolini! Il coraggio del piccolo grande sardo! E la Storia di lì a poco si sarebbe premurata di dargli – purtroppo – ragione. Ora, che il Grande Oriente pubblichi il discorso di Gramsci non può che infastidire. Oltretutto con la prefazione e l’introduzione di due massoni ufficiali e titolati. Fastidio perché parlare bene della massoneria dopo Gelli è un puro eufemismo. La magistratura ha ampiamente dimostrato il carattere a delinquere dell’associazione. Non solo: ma anche il fine golpista. Né occorre ricordare storicamente cosa è stata la “libera associazione dei muratori”, il contributo da questi dati al Risorgimento, il dato che Garibaldi fosse un adepto della loggia massonica. La massoneria di oggi non ha nulla a che vedere con quella di ieri. Il passato non può restituire la verginità perduta. Dunque, parlino pure di Gramsci, ma sapendo bene di quanto diversi siamo noi gramsciani.
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