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Il governo di partito in Italia (1943-1993)
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Descrizione


Le organizzazioni di partito sono essenziali o esiziali per la democrazia? Questo libro tenta di sfuggire ad una soluzione aprioristica del dilemma. Esso propone in primo luogo un quadro teorico per analizzare il ruolo dei partiti e spiegare gli effetti della loro presenza all'interno delle istituzioni pubbliche. In secondo luogo, sulla base di questa impostazione, analizza il caso italiano, dalla transizione verso la democrazia dopo il crollo del regime fascista fino alla nuova fase di passaggio nel corso della quale nuovi protagonisti sono apparsi sulla scena politica. La ricostruzione politologica del primo cinquantennio repubblicano mostra le luci e le ombre dell'intreccio che si è creato tra partiti, società e istituzioni.
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Dettagli

1994
336 p.
9788815045898

Voce della critica


scheda di Marzano, M., L'Indice 1995, n. 2

I temi della crisi dei partiti e della loro funzione in una democrazia moderna sono al centro del dibattito politico. Il saggio di Vassallo è un tentativo sistematico e teoricamente rigoroso di definire la natura e le caratteristiche del 'party government', ovvero di quel particolare assetto istituzionale "nel quale organizzazioni collettive permanenti specializzate nell'aggregazione del consenso politico, avendo ottenuto un mandato sufficientemente ampio in competizioni elettorali pluraliste, sono chiamate a formare l'esecutivo ed esercitano una decisiva influenza sul contenuto delle maggiori politiche pubbliche e/o sull'attribuzione degli incarichi di governo". Al termine della prima sezione, dedicata all'analisi del concetto e alla messa a fuoco della strumentazione teorica che viene utilizzata per l'analisi empirica, l'autore offre un'analisi del caso italiano. La storia politica italiana dell'ultimo cinquantennio viene riletta alla luce di questo originale inquadramento teorico e divisa in quattro fasi, caratterizzate ciascuna dalla prevalenza di una forma particolare di "party government". Si passa dal governo di partito programmatico (1948-53) a quello organico (1953-68), a quello spartitorio sotto stress (1968-79) e, infine, a quello spartitorio stabilizzato (1980-92). Nella parte conclusiva del volume, l'autore abbandona, almeno in parte, l'abito rigoroso dell'analista per indossare quello del terapeuta e dell'ingegnere costituzionale. L'impressione che si ricava è che Vassallo inviti a considerare il mutamento sopravvenuto nel nostro sistema politico con la riforma delle regole elettorali solo come il primo passaggio verso una compiuta democrazia maggioritaria e un governo di partito programmatico non più spartitorio.

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