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GLAUSER, FRIEDRICH, Oltre il muro
GLAUSER, FRIEDRICH, Gourrama
recensione di Pallotta, P., L'Indice 1994, n.10
Alla casa editrice Sellerio va ascritto il merito di aver fatto conoscere ai lettori italiani Friedrich Glauser, pubblicando dapprima un eccellente romanzo poliziesco, "Il grafico della febbre" (nel 1984), al quale fecero seguito, con ritmo serrato, altre cinque 'detective stories', da "Il tè delle vecchie signore" a "Il regno di Matto": a questi romanzi hanno fatto seguito la traduzione di "Gourrama" e quella di "Oltre il muro", una raccolta di racconti pubblicati dall'autore, in forma sparsa, su riviste, dal 1916 al 1938: due opere che esulano dal genere poliziesco.
Glauser, svizzero tedesco, ebbe un'esistenza da 'maudit', tra vagabondaggi, carcere, soggiorni in ospedale e manicomi, tentativi di suicidio, uso della droga e arruolamento nella Legione straniera. Fu, insomma, un vero disadattato sociale, e tutta la sua produzione narrativa ha un contenuto autobiografico ed è, sostanzialmente, la rielaborazione della sua parabola esistenziale di outsider estremo. La limpida concretezza della scrittura, il realismo lucido e robusto, privo di enfasi e pervaso da un sottile e inquietante senso del mistero e da una pacata ironia, la profonda sensibilità per l'umanità dei personaggi, nonché la capacità di cogliere gli aspetti più nascosti e sgradevoli del suo tempo, contribuiscono a fare di questo narratore una delle voci più sincere e importanti dell'Europa sperduta fra le due guerre. Glauser ha della realtà una percezione intimamente tragica, caratterizzata da uno stoicismo disincantato: vi è in essa il tema costante dell'uomo-cavia, il quale sembra soggiacere alla legge imperscrutabile di una 'tyche' che è fuori del progetto umano. I suoi personaggi sono quasi sempre degli emarginati, dei fuoriusciti dalle normali categorie sociali, costretti a lottare per sopravvivere.
Nei racconti polizieschi, il personaggio chiave è il sergente Studer: una figura di grande umanità e di forte rilievo psicologico, nella quale non vengono mai meno l'autocontrollo e il buonsenso e in cui sono prevalenti la volontà e la capacità di "capire" gli uomini: come Maigret, è un poliziotto dell'intuito più che della 'ratio'. Lo stesso Glauser ha detto di lui che non è un "cartesiano", cioè un virtuoso della razionalità, quanto piuttosto un "bergsoniano". Ed è tramite le sue indagini che lo scrittore riesce a darci una rappresentazione lucida e articolata della realtà umana e di confrontarsi con gli ambienti sociali più diversi. "Gourrama" segna il distacco di Glauser dal filone poliziesco: si tratta di un'opera nella quale l'autore ha riversato le esperienze vissute nella Legione straniera, precisamente a Gourrama, una città nordafricana, presso la quale era accampata la II compagnia 'montée' della Legione. A Glauser peraltro non interessa descrivere operazioni militari o affrontare i problemi politici del momento: il romanzo si risolve nella rappresentazione di "episodi" in sé conclusi e che tuttavia si legano compiutamente fra loro, rivelandosi come una partitura lineare e unitaria. Più dei "fatti" contano la caratterizzazione psicologica dei personaggi e l'atmosfera tutta particolare che vi è evocata. Gourrama è un luogo di sofferenza, talora disumana, e di solitudine interiore, in cui tutti risultano segnati dal marchio dell'anormalità, prigionieri delle miserie del proprio passato e del proprio presente. I personaggi sono sottoposti a prove di "resistenza", che immancabilmente conducono al cedimento: uomini-cavia, appunto; e Gourrama è un luogo nel quale pare perdersi ogni possibilità di riscatto. Quasi tutti scontano la colpa di essersi ribellati alla "normalità" della vita.
"Oltre il muro" raccoglie tredici racconti, suddivisi in otto "gruppi" di due episodi ciascuno (a eccezione del terzo), i quali, pur nella diversità della composizione narrativa, rivelano una compattezza sostanziale estrema e sono costruiti con artigiana, rigorosa sapienza letteraria. Anche in questi racconti i temi privilegiati da Glauser sono quelli dei rapporti umani e dei "momenti" decisivi dell'esistenza. La raccolta si configura come un vero e proprio "polittico", in cui lo scrittore ha trasfigurato un tratto della sua vita; e anche qui la dimensione esistenziale dei personaggi ne è la caratteristica principale. A Glauser preme raccontare l'esistenza-limite degli uomini, la loro dispersione, cogliendo la situazione coscienziale di ciascuno, che è quella della frattura irrimediabile fra l'io e il mondo. Sia che ci parli dei difficili rapporti tra padri e figli (ne "L'incrinatura del vetro" e "Il piccolo"), della loro incapacità a comunicare - rapporti destinati a spezzarsi per sempre o a concludersi tragicamente -; sia che narri il fallimento di un professore di latino (nel "Pensatore"), il quale si illude di comporre un'opera rivoluzionaria "in grado di creare una nuova forma di pensiero", ma che risulta poi arida e grossolana, avulsa dalla realtà; sia che ci faccia entrare nella coscienza di un piccolo borghese, amante dell'ordine e delle apparenze, e che, pur di non perdere la moglie, ne asseconda l'adulterio (in "Confessione nella notte"); o che ci descriva la condizione tragica dei legionari, come ne "Il piccolo Schneider" e "Assassinio"; oppure racconti le esperienze angosciose di un giovane recluso (ne "L'incontro"); o descriva con accenti ora grotteschi ora impietosi, le vicende che scandiscono le giornate dei degenti e dei medici di un ospedale, o ancora delinei l'autobiografia di un uomo che si è ribellato alla "normalità" della vita (in "Nausicaa") e che, dopo svariate vicissitudini, si trova alla fine solo con sé stesso e il proprio passato; sempre le pagine di "Oltre il muro", che sono tra le più belle scritte da Glauser, ci parlano della "società reclusoria", della solitudine, dello scacco esistenziale.
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