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Goccie d’inchiostro è una vera e propria ‘antologia d’autore’, in cui il Dossi ha raccolto il meglio della sua rapida e guizzante stagione creativa fra gli Anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento. In queste brevi prose, da lui presentate come «quelle scenette, que’ piccoli romanzetti etc. che non esigono troppo inchiostro alla lor trattazione», in queste «briciole letterarie» troviamo in certo modo l’essenza di questo discendente di Sterne e di Jean Paul sperduto nella greve Italia postrisorgimentale: perché di fatto – come suggerisce Dante Isella, a cui si deve questa prima edizione filologica delle Goccie d’inchiostro – «la forma in cui cristallizza in prima istanza la sua scrittura è la prosa breve lavorata a sé», e perciò «tutta l’opera del Dossi può dirsi una collezione di ‘goccie d’inchiostro’». Così si troveranno qui innanzitutto, come altrettanti minuscoli bouquets, le «tenerissime storie d’amore del miglior Dossi (dove la tenerezza è involta e come protetta dalla sprezzatura dello humour), fatte di trasalimenti, di rossori, di adorabili impacci» – e da esse si passerà felicemente a quelle altre «briciole» che tutte insieme disegnano il profilo di una «esasperata e umbratile sensibilità», quella di uno scrittore «troppo avanti rispetto al gusto letterario della società in cui gli toccò di vivere», che dunque ha trovato i suoi veri lettori con ritardo, ma suscitando fedeli ed ‘efficaci’ passioni (basti pensare a Gadda). Introdotta e commentata da Dante Isella, la presente edizione offre anche un prezioso apparato di varianti, che ci permette di constatare tutte le oscillazioni del Dossi fra «l’espressionismo lombardo» e un italiano «normalizzato».
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