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Questo Trovatore è magnifico. E lo è proprio in virtù dei suoi magnifici protagonisti. Pavarotti è al top, voce splendida, imperdibile, calda, una meraviglia. Milnes è un Conte di Luna impeccabile, perfido e arrogante come deve essere. La zingara Azucena della Zajick è un capolavoro: definita "mostruosa" da qualcuno, cosa ci si aspettava di trovare nel suo ruolo di assassina e infida, una modella Chanel? Eva Marton è una gioia, timbro potente, interpretazione sublime. Certo, non aspettatevi un'oca giuliva che cinguetta come una Biancaneve qualsiasi con contorno di uccellini gaudenti: in Eva ribolle sangue ungherese, temperamento da condottiera, in lei voce e portamento si fondono insieme in fierezza, passione, orgoglio. Non è la solita soprano, è vero, infatti Eva Marton è infinitamente di più, è una delle più grandi, anzi delle grandissime, di ogni tempo, oscenamente sottovalutata rispetto a tante comari ululanti di ieri come di oggi.
Direzione accesa e serrata,molto teatrale ed attenta nell'accompagnamento al canto.Orchestra più che buona mentre coro davvero indecente(sentire l'attacco del secondo atto).Lo spettacolo è sicuramente raffinato e corretto,senza cadute di gusto,ma anche piuttosto banale.Scena unica formata da una grade scalinata affiancata da pilastri polistili mutuati dalle cattedrali gotiche e romaniche del Nord Europa,che di volta in volta lasciano trasparire fondali dipinti che fungono(o dovrebbero fungere)da cifra riassuntiva delle diverse situazioni.Nulla di nuovo,insomma,ma nemmeno nulla di scabroso.Non male i costumi.Rimante il cast.Che delude profondamente.Per prima cosa,la Marton.Cosa c'entri nel Trovatore è un vero mistero(meno male ci sono i tagli che evitano diversi problemi per l'ascoltatore!).Voce,emissione,temperamento assolutamente alieni dal canto e dallo stile italiani.Azucena non è male vocalmente(ma nemmeno esaltante)però visivamente è mostruosa.Milnes è abbastanza provato e non regge come gli accadeva anni addietro la tessitura del Conte in ogni sua parte ma non fa ascoltare nulla di veramente riprovevole.Pavarotti è la vera delusione:timbro sempre magnifico ma appesantito e povero di squillo nella pira(e anche qui il taglio del da capo aiuta),comunicativo ma senza il vero e proprio scavo psicologico del personaggio,il tenore si accontenta di assecondare i desideri di un pubblico adorante che gli tributa un'ovazione appena entra in scena dopo il "deserto sulla terra"(nemmeno tanto bello)e che approva incondizionatamente qualunque cosa canti(fortunatamente canta piuttosto bene per tutta la parte).Era forse tardi per videoregistrare il Manrico di Pavarotti,unica e sola ragione di uno spettacolo altrove abbastanza ordinario.
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