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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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"I posti tranquilli e fuori dal mondo, come Giornico, sono la frontiera invisibile della violenza. Il disordine non è insopportabilmente evidente, il male non ha il potere di dilagare e di annientare la civiltà, ma si annida dietro le facce noiose, le strade consuete, l'impercettibile fruscio dei soldi che percorre il Ticino: dalle banche luganesi ai cantieri stradali, dalle imprese in nero ai casinò, c'è come un filo nascosto ..." Andrea Fazioli (1978), al suo quinto volume con Guanda, recupera qui l'investigatore Elia Contini, già protagonista di altri suoi romanzi. In un Ticino meno ameno e innocente di quello che siamo soliti immaginare, e invece turbato da loschi traffici, vendette mafiose e sordida omertà, il suo eroe si barcamena tra indagini di scarsa rilevanza, titubanze sentimentali, qualche difficoltà economica e solitarie passeggiate nei boschi: ma nel caso che qui si trova a dover risolvere, la situazione è più scottante e pericolosa. Un ex-giudice allontanato dalla magistratura per connivenza con personaggi di dubbia fama, riciclatosi come proprietario di un raffinato ristorante, viene ricattato e minacciato da un losco individuo a cui deve molti soldi. Per liberarsene, e ritrovare una sorta di pseudo tranquillità e qualche scampolo di buona reputazione accanto alla giovane moglie, lo ammazza e ne getta il cadavere nel fiume. Andrea Fazioli riesce a mantenere un buon livello di narrazione, con una prosa garbata e una notevole capacità descrittiva di ambienti e caratteri, per tutta la prima parte del romanzo. Ma la sua scrittura tende a farsi più faticosa quando deve rendere conto di inseguimenti e scazzottate, di azioni rapide e violente; allora situazioni, dialoghi e stile appaiono poco probabili, un po' claudicanti : "Contini chiude la porta, il buio all'interno diventa ancora più scuro. Passano un paio di minuti. Poi, un cigolio. Qualcuno sta aprendo una porta. Un'ombra sulla soglia. Alice grida, al centro della stanza. L'ombra muove un passo"...
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