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Da leggere e da rileggere. E' un libricino che non si esaurisce con una sola lettura sia per la comprensione del significato sia perchè ci pone interrogativi a cui è difficile dare risposte. Ci insegna a valutare la figura di Giuda, in cui ciascun essere umano potrebbe ritrovarsi, in maniera non univoca.
Zagrebelsky si interroga sul fascino che la figura del traditore per antonomasia ha esercitato per duemila anni non solo tra i cristiani, ma in ogni settore della cultura occidentale. Si è descritta e interpretata la sua personalità in molteplici maniere, divergenti e spesso contrapposte: individuo abietto e disperato, umile e avido, intimo di Gesù e posseduto da Satana, capro espiatorio e complice del potere, dissimulatore e sprovveduto. Giuda è stato strumento del diavolo o artefice di un piano divino, ha agito obbedendo al Principe degli inferi o nell’obbedienza del Signore? Nel suo rifiuto del messaggio di Cristo si è fatto portavoce dell’opposizione del popolo ebraico oppure ha collaborato con il Messia nell’opera della salvezza? Era un iniziato alla conoscenza delle verità ultime o un sordido individuo attratto solo dal miraggio di un guadagno? Zagrebelsky insinua nel lettore il sospetto che Giuda sveli a ognuno di noi un lato della nostra personalità che non vogliamo vedere ed esibire, la parte in ombra della coscienza che temiamo affiori svelandoci quello che temiamo di riconoscere. Nello stesso tempo si chiede se esista “più verità nell’abiezione e nella disperazione che nella santità e nella pacificazione con se stessi”, e se solo attraversando il territorio del peccato si possa arrivare alla verità. Molti sono i quesiti che la sua drammatica scelta propone a chi voglia indagarla in profondità: gli autori del volume mettono a confronto i quattro Vangeli e gli Atti degli Apostoli, esaminandone contraddizioni e convergenze. Una questione fondamentale per il credente è posta soprattutto dal suo suicidio. Impiccandosi, Giuda ha impedito a Dio la possibilità di assolverlo. È stata questa forse la sua colpa più grande. Zagrebelsky suggerisce che nella colpa e nella disperazione, Giuda è nostro fratello, simbolo della tribolata condizione umana.
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