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"Giovani ci siamo amati senza saperlo" di Emanuele Pettener è IL Libro. La scrittura è scorrevole e molto avvincente come avvincenti e affascinanti sono le vite dei quattro ragazzi ventenni che vivono nella città piú romantica del mondo, la Venezia del famoso Casanova. Le loro storie sono raccontate con molta sensualità, ed in questo l'autore è un maestro. Nel descrivere le varie situazioni attraverso le calli accaldate di quell'estate ci tiene incollati al libro fino alla fine ed è proprio il colpo di scena finale che non ti aspetti a completare la bravura dell'autore. Emanuele Pettener ci aveva già impressionato con l'ottimo "Floridiana" altro capolavoro che consiglio vivamente. Questo autore ha una facilità di scrittura che cattura e invoglia alla lettura anche chi, come la sottoscritta, è un po' pigra. Io mi sento proprio rapita e attendo il prossimo libro.
Può uno scrittore "minore" lasciare l'amaro in bocca al lettore e nel contempo soddisfarlo, da un lato perché non è conosciuto, magari con case editrici importanti, mentre dall'altro pensi: "Ostrega che fortunato sono stato quella volta..." Infatti un anno esatto fa fui colpito dal titolo e dalla copertina giallo verde del suo romanzo precedente Floridiana e andai ad assistere alla sua performance... Sì perché non sono presentazioni quelle di Emanuele Pettener , ma esibizioni, di anima, cuore, carattere istrionico, ironia all'ennesima potenza, come dopo si evince dalle piacevoli letture. Nonostante la differenza di età di qualche annetto è riuscito a coinvolgermi negli inizi dei favolosi anni '90, tra le notti magiche dei mondiali e le ultime canzoni del mito british Freddie Mercury. Tra le pieghe di un erotismo per fortuna soft, la già citata ironia e auto ironia, le meravigliose descrizioni di atmosfere stagionali e proprie della Venezia del popolo e dei turisti, il professore riesce ad inserire brevi capitoli nei quali la prosa diventa poesia e la poesia diventa prosa, parlandoci della vita e del trascorrere del tempo, dei desideri dei vent'anni in cui tutti ci riconosciamo, dei rapporti con amici e parenti, conoscenti e soprattutto appartenenti dell'altro sesso. Infine ci stupisce con un inenarrabile coup de teatre finale, trasformando un romanzo, che da formazione era divenuto "disperato erotico stomp" - ancora una volta Dalla insegna - in un volo fantasy con tanto di cannocchiale - tanto caro all' Ernest Hemingway italiano Marino Magliani uno dei curatori della collana del libro - per una visione "celestiale" che "spacca" il ritmo fino a quel momento da realismo italiano. Può piacere o meno, ma è stato il degno escamotage di un autore così tanto venezianamente snob da sbattersene, giusto così, di una mia piccola perplessità a riguardo!
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