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Per ragioni di spazio recensisco solamente "Il giovane Torless" il quale è il cupo racconto di violenza fisica, abusi sessuali e psicologici perpetrati ai danni di un giovane allievo (Basini) di un collegio militare dell'Impero Austro-Ungarico da parte di alcuni suoi coetanei. La vicenda vede protagonisti degli adolescenti alle prese con le prime confuse pulsioni sessuali della pubertà in un ambiente maschile e isolato. Dal racconto è possibile estrapolare alcuni elementi che permettono di inquadrare anche il clima storico particolare di quegli anni che sono caratterizzati da un crescente spirito di ribellione verso le vecchie generazioni ottocentesche e dalla sete di nuove esperienze in ogni campo della vita. Per esempio, Musil caratterizza il personaggio del bullo Beineberg in modo ben preciso: il padre è dedito alla lettura di testi di "filosofia indiana", "libri di alchimia e di magia del Medioevo" e lo stesso adolescente crede nella metempsicosi, nell'ipnosi ed è ossessionato da pratiche occultiste. Il primo '900, sino alla seconda metà degli anni '20, è quello delle avanguardie, del rifiuto dei vecchi valori borghesi e sarà la "Grande guerra" a far crollare definitivamente il vecchio mondo rendendo le nuove generazioni rancorose verso i padri e desiderose di spazzare via il passato aprendosi alle novità che si affacciavano in ogni campo. Così, tra le pagine del Torless, è possibile già scorgere quegli elementi di rottura; spiega infatti Musil, per bocca di Torless, come "Un certo grado di dissolutezza in realtà fosse ritenuto segno di virilità. di audacia, un'ardita riappropriazione di piaceri negati. [...] Allora la parola "morale", con la sua aura ammonitoria, veniva ridicolmente associata a spalle strette, ventri prominenti su sottili gambette e occhi che, dietro le lenti, sembravano pascolare mansuete pecorelle, quasi che la vita non fosse altro che un campo fiorito di edificante serietà". Musil non è tra i miei autori preferiti.
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