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Il giovane Moncada (1954) ha nell’opera di Lernet-Holenia un ruolo analogo a quello del Felix Krull nell’opera di Thomas Mann: il puro gioco, il picaresco, il divertimento sono qui dominanti. Il tempo è uno spiritato prestissimo viennese, increspato di dialoghi spesso esilaranti, dove sentiamo la presenza tutelare di Nestroy e Hofmannsthal. Quanto alla storia, è una delle trame più perfette di Lernet-Holenia, sorprendente fino alle ultime righe. Qui si raccontano le avventure di un delizioso mistificatore travolto dalla propria inventiva. Il giovane Moncada è un don Giovanni che mette in piedi una macchinazione perversa di soldi, false identità e amore. Il meccanismo finisce per funzionare troppo bene e trascinarlo nei suoi ingranaggi. Ma tutto questo si tramuterà ancora una volta in un lieto fine tra i meglio architettati e trascinanti che conosciamo.
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Dopo una serie di romanzi vertiginosi e spiazzanti, nei quali in un turbinio spettacolare si alternano mondi reali e territori fantastici, leggere questo lavoro è stata per me una delusione, e alla fine ho riguardato la copertina per rassicurarmi che fosse lo stesso scrittore di opere affascinanti. Ritorna l’ambiguità del protagonista, ma la trama è fragile, diverse scene svenevoli, la conclusione scontata.
Spumeggiante, breve e intenso. La parte V sull'uso del denaro vale tutto il libro.
molto bello anche se un po' corto
Recensioni
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scheda di Vittori, M.V., L'Indice 1989, n. 2
Dotato di un fisico apprezzabile, di un'intelligenza notevole e di una ancor più notevole faccia tosta, il giovane Juan Moncada è uno specialista nella difficilissima arte che va sotto il nome di 'captatio benevolentiae'. Accigliati capuffici, nobili squattrinati, avvizzite segretarie, furbe avventuriere e facoltose fanciulle, tutti elargiscono benevolenza a Moncada. Due i suoi teatri d'azione: la turbolenta Buenos Aires e la dimora del conte Guillermo de Moncada, immersa nell'indolenza del paesaggio spagnolo. La macchinazione che con tanto estro aveva ordito a Buenos Aires - insieme all'avvenente Rafaela - lasciandosi credere l'erede dell'illustre casato Moncada ora rischia di rivolgersi clamorosamente contro di lui. Nel frattempo fuggito dall'Argentina, egli ha conosciuto Beatriz, bella, ricca nonchè intelligente fanciulla, e, arrivato a destinazione, propone al vero conte Moncada un patto vantaggioso per entrambi: al nobile impoverito - presunto padre ritrovato - i soldi dell'eredità di Beatriz, a lui il prestigio sociale. Ma ricompare in scena, a sorpresa, l'ex complice Rafaela, ardita truffatrice di un truffatore, che vuol mandare all'aria le nozze di Juan. Niente paura, comunque, il lieto fine ci sarà. Vantaggioso per tutti, brioso, trascinante così come è stato l'intrigo. Ed ancor più avvincente è lo stile di Lernet-Holenia: le battute hanno la leggerezza del paradosso, la schermaglia linguistica è scintillante d'ironia. Un romanzo godibilissimo.
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