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Giotto e Pietro Cavallini. La questione di Assisi e il cantiere medievale della pittura a fresco - Bruno Zanardi - copertina
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2002
1 maggio 2002
296 p., ill.
9788884910561

La recensione di IBS

Frutto di molti anni di ricerche, di studi e di conversazioni dell'autore con Federico Zeri, il libro verte sulla questione del cantiere di Assisi e sulla controversa attribuzione del celebre ciclo francescano.
Due sono le ragioni del singolare interesse di questo volume. La prima è nel tema affrontato, forse il più dibattuto dell'intera storia dell'arte, se Giotto sia - o non sia - l'autore delle Storie di san Francesco, affrescate verso la fine del Duecento nella basilica superiore di Assisi. Una questione di essenziale importanza storica, visto che in quegli affreschi si compie quel superamento in senso naturalistico della "maniera greca" da cui nasce la nuova lingua figurativa dell'Occidente. Ma anche una questione a tutt'oggi irrisolta, pur se aperta da secoli. Il primo ad avanzare dubbi sul nome di Giotto per il Ciclo francescano fu infatti, nel 1791, padre Guglielmo Della Valle, in ciò subito contrastato, nel 1796, dal filo-giottista abate Luigi Lanzi. La seconda ragione è d'ordine metodologico. Zanardi entra infatti nella questione Giotto - non Giotto ad Assisi attraverso una tecnica d'indagine storica soprattutto ancorata ai modi di costruzione materiale di un'opera d'arte, e ciò anche grazie alla straordinaria esperienza da lui acquisita lavorando per anni ai restauri degli affreschi della basilica di Assisi. Dunque un metodo di lavoro nuovo e innovativo, tale da rimettere in gioco un grande tema critico che, con accezioni ed esigenze di volta in volta diverse, ha percorso l'intero Novecento, e che è stato soprattutto discusso in ambito anglosassone e germanico: come ricondurre la storia dell'arte dall'ambito della letteratura alla scienza (storica o positiva, non importa).

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