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Libro presentato da Maria Rosa Cutrufelli nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2023.
Con Un giorno e una donna Nicoletta Bortolotti ha scritto un romanzo importante, che è al tempo stesso un’opera di grande valore letterario in grado di far rivivere le passioni e i sentimenti di un’epoca, un’opera di grande valore storico nella ricostruzione perfetta, per quanto immersa nell’immaginazione romanzesca, della vita e dell’opera di Christine de Pizan, e di valore etico, perché l’esempio di Christine possa servire da guida in questi anni non sempre facili
Ha detto che uomini e donne sono uguali e che “una donna intelligente riesce a far di tutto e anzi gli uomini sarebbero molto irritati se una donna ne sapesse più di loro”. Ha detto che bisogna fare studiare le bambine e se solo le donne avessero fatto i libri... Ha detto che le donne non provano piacere a essere stuprate, come molti credono, ma subiscono un dolore senza pari. Lo ha detto un giorno in cui Parigi era un tempo più che un luogo, e l’anno 1405 era un luogo più che un tempo. Lo ha detto nel Medioevo insanguinato dalla Guerra dei cent’anni tra Francia e Inghilterra. Davanti a tutta la corte francese, a re e nobili. Christine de Pizan, nata in Italia, prima storica donna, prima editor, poetessa e scrittrice. Donna. Nicoletta Bortolotti ricostruisce la sua vita, che, dopo un’infanzia meravigliosa al seguito del padre divenuto astronomo reale a Parigi, fu colpita da lutti e rovesci che la lasciarono, giovanissima, vedova e madre. Il risultato è un libro meraviglioso che da un lato sembra provenire dal passato, a partire dalla forma epistolare scelta, che tanti capolavori ha regalato alla letteratura, e che qui si incarna nelle lettere tra una madre e una figlia. E dall’altro è assolutamente moderno. Perché molte delle conquiste sognate da Christine si sono verificate solo in anni recenti, e altre si stanno verificando adesso, o devono ancora farlo.
Proposto da Maria Rosa Cutrufelli al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:«C’è passione, c’è talento letterario, c’è sapienza creativa in questo libro che ha l’accuratezza e la precisione del romanzo storico e, al tempo stesso, tutto il potere seduttivo e la vitalità della biografia. Così il linguaggio, immaginifico e spesso sontuoso al punto da richiamare alla mente la scrittura di Maria Bellonci, viene calato nella forma semplice, diretta, e abbastanza inusuale (ai giorni nostri) dell’epistolario. Un epistolario particolare, tuttavia, perché si tratta di uno scambio di lettere fra una madre e una figlia. Fra Christine e sua figlia. Uno “scambio” tenero e drammatico, un dialogo familiare che rende vivi e immediati i sentimenti e i pensieri delle due donne. E che permette al lettore e alla lettrice di entrare con animo empatico nella loro intimità, nei loro dolori, nelle loro speranze, nelle illusioni e disillusioni quotidiane. Un dialogo interrotto, di tanto in tanto, da inserti in terza persona, che sembrano rispondere al bisogno dell’autrice di guardare le sue “creature” con più distacco. Di non farsi prendere nella rete della loro complicità. Romanzo di magnifiche passioni e di notevole forza letteraria, è per questo suo doppio registro che intendo proporlo, con il consenso dell’autrice, all’edizione 2023 del Premio Strega.»
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Un giorno e una donna di Nicoletta Bortolotti Nicoletta Bortolotti, scrive «il romanzo non scritto da Christine», il racconto del riscatto della prima storica d’Europa e, come raramente accade, descrive, con naturale eleganza, una sorta di storia moderna ambientata in un altrove temporale. Scorrendo il volume appaiono immagini di vita quotidiana, si apprende dei rapporti fra persone e ambiente, dello stato della scienza, dei rimedi alchemici contro i malanni, di pratiche igieniche e cosmetiche, della qualità e del modo di cibarsi, nonché descrizioni appropriate, ma non eccessive, degli abiti, dell’estetica e delle opere di altri personaggi poco conosciuti. E molto altro. Metafore di rara bellezza decorano, come preziose miniature, la narrazione densa di umana debolezza e orgogliosa forza d’animo. Un incipit folgorante e una prosa dal valore poetico proiettano il pensiero in una dimensione lontana, eppure così vicina alle nostre vicende. L’uso di un linguaggio colloquiale in forma epistolare e del passato prossimo rendono ancora più vicini alla nostra coscienza i temi universali trattati e, dopo sei secoli, ancora attuali. In corso di lettura s’intuisce l’affinità fra le due donne e ci si può domandare quanto ci sia di Christine e quanto di Nicoletta. Un volume da centellinare, da gustare con la lentezza dei tempi dilatati dell’epoca di cui narra, magari dopo «compieta», prendendosi il tempo della meditazione e perdendosi nelle immagini oniriche verso «mattutino». Chi avrà la fortuna di leggere il libro, inteso come luogo, in un interessante viaggio nel solco della faticosa emancipazione, sarà condotto lungo un itinerario che percorre gli eventi fino a scoprire quelle vicende così simili all’attualità dei nostri giorni. Un volume da leggere e rileggere, a distanza di tempo, come i grandi classici, per scoprirne nuove ricercate suggestioni.
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