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Libro molto lungo, con un importante apparato di fonti e ricca bibliografia, ma abbastanza aneddotico e privo di una analisi politico-militare completa e rigorosa. Narrazione a volte con accenti retorici, enfatica, decontestualizzata. Una storia popolare della guerra in Italia con molti luoghi comuni della classica "vulgata" anglosassone; se continua così il terzo volume della "trilogia della liberazione" potrebbe essere un disastro...
Splendido libro, in linea con la scuola storiografica anglosassone: documentatissimo, la guerra è presentata con gli occhi degli Alleati, da Gela a Roma. Fatti nudi e crudi, presentati senza retorica e con onestà intellettuale, senza veri vincitori.
Un seguito tanto atteso quanto DELUDENTE. Un libro inutile di dati militari privo di spessore culturale, sociale e umano. Se da una parte c'è finalmente, da parte americana, il riconoscimento degli eccidi compiuti ad Acate e Biscari manca del tutto una disamina dei rapporti tra MAFIA e Alleati per pianificare l'operazione Husky. Riguardo al ricostituito esercito italiano di liberazione, spesso ho trovato un'analisi superficiale, a tratti sferzante e offensiva, per i soldati che si sono fatti massacrare da Monte Lungo in poi...
Recensioni
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Ex direttore del "Wahington Post", Atkinson ha alle spalle due Pulitzer e vari apprezzati studi d'ambito militare. Come si potrebbe dedurre anche solo scorrendone la vasta bibliografia, che va dai semplici testi e articoli già pubblicati sull'argomento agli incartamenti d'archivio, ai diari e alle interviste rilasciate dai protagonisti dell'epopea alleata nel Mediterraneo, Il giorno della battaglia è un gran libro di guerra. Accanto alla lussureggiante documentazione, lo sorregge una ricca selezione di aneddoti, oltre a una strepitosa verve narrativa. Atkinson è infatti in grado sia di liricizzare alcuni momenti di quel "misto di tragedia, fatalità e follia umana" che venne a prender forma nel biennio in questione (ricordando la fucilazione dei 335 detenuti per la rappresaglia, con efficace procedimento di contrasto di matrice letteraria, scrive che "alle cave il profumo delle tuberose addolciva l'aria"), sia di far leva sulla prospettiva biografica, come quando si legge che Eisenhower, prima di passare a più alti incarichi, nel Mediterraneo "si era spogliato della sua pelle di ragazzo per indossare quella di un uomo"; ma un po' tutti i leader sono ben caratterizzati, da Patton a Montgomery, da Alexander a Clark. Magistrale è la rievocazione dell'attentato di via Rasella, dove, richiamata la dinamica delle azioni compiute dal finto netturbino Bentivegna, l'autore dice che la pulizia sulla strada, dopo l'esplosione, fu compiuta da "una squadra di netturbini, questa volta autentici". Accurate le cartine che illustrano i movimenti delle truppe nelle varie operazioni poste in essere in Italia.
Daniele Rocca
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