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L’orrore quotidiano non soffoca l’anima, non può soffocarla. Le scartoffie neppure. Anche a Napoli, soprattutto a Napoli e nel nostro Sud, esistono quindi “poliziotti con l’anima” a cui Maurizio de Giovanni (nella foto di Joyce Hueting/Emons) rende omaggio con le sue narrazioni al presente – I Bastardi di Pizzofalcone – o al passato, come quelle che hanno dato vita alla serie del commissario Ricciardi. Personaggio complesso, profondo, tormentato. Luigi Alfredo Ricciardi è immerso in un mondo sofferente, che non è facile descrivere. Ancor più arduo dargli voce: impresa decisamente riuscita, però, a Paolo Cresta nell’audiolibro Il giorno dei morti. L’autunno del commissario Ricciardi (durata 9 ore e 29 minuti; 15,90 euro in cd, 9,54 in download) che spicca tra le novità di novembre nel catalogo Emons.
Tra fine ottobre e inizio novembre del 1931, mentre il capoluogo partenopeo sembra avere occhi e orecchie solo per la prossima visita del Duce, il commissario si ostina a scoprire la verità sulla morte di un ragazzino, Matteo Diotallevi, che tutti chiamano “Tettè” per la sua balbuzie. La vittima è un “invisibile”: povero e orfano, deriso e indifeso, ultimo tra gli ultimi. Quando viene ritrovato il suo cadavere sulla scalinata monumentale di Capodimonte, il caso rischia di essere chiuso sbrigativamente. In fondo, scrive con amarezza De Giovanni nel suo romanzo, «chi può avere interesse a un bambino così».
Ricciardi, no. Lui non si disinteressa: «Il giorno che non mi rattristerà più vedere un bambino così piccolo buttato via come un vestito vecchio, il giorno che non vorrò capire perché di notte e sotto la pioggia un ragazzino girava da solo a piedi scalzo, il giorno che per me sarà normale trovare un cadavere su uno scalone vegliato soltanto da un cane, quel giorno smetterò di fare questo mestiere». Scontrandosi con un muro di ambiguità e resistenze, dunque, il commissario indaga nella parrocchia che ospita ragazzi di strada e nelle strade lastricate di insidie che porteranno “Tettè” alla tomba, ucciso dal veleno per i topi. Per nulla scontata, triste e inquietante, la soluzione finale dell’inchiesta in cui lo stesso protagonista va a un passo dalla morte.
Prova da solista per Paolo Cresta, che s’era già misurato nella “quadrilogia delle stagioni” leggendo per Emons audiolibri le pagine di Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi, La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi, Il posto di ognuno. L’estate del commissario Ricciardi. L’attore, cresciuto all’Accademia d’Arte Drammatica del teatro “Bellini” di Napoli, offre spessore emotivo all’umanità dolente che popola tutte le opere di Maurizio De Giovanni. Nel passato, come nel presente.
Recensione di Gerardo Marrone
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