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Più debole dei precedenti episodi e a tratti ripetitivo. È una camillerata al femminile ma Camilleri resta ben altro. Non mi piace inoltre l'uso reiterato che, di libro in libro, l'autrice fa dei personaggi altrui (Montalbano, Petra, ecc..): finché si tratta di una citazione affettuosa va bene, ma riproporla costantemente stona. In complesso la trama regge, emerge l'ambiente barese, il libro scorre. Ma resta il senso di deja vù e di forzatura di certi stereotipi del genere giallo italiano.
Due anni dopo la terza inchiesta torna tra noi Lolita Lobosco, commissaria della Sezione Omicidi della questura di Bari, creata dalla penna di Gabriella Genisi, barese doc, che ci regala un'altra delle sue deliziose storie in "Gioco pericoloso", edito l'anno scorso da Sonzogno, dove la sua straordinaria ironia e il suo profondo, radicato amore per la "sua" Bari danno vita a una nuova inchiesta che ruota attorno al mondo del calcio nei suoi aspetti più nascosti e illegali. Ancora una volta Genisi utilizza uno stile narrativo, da lei inventato, una sorta di marchio di fabbrica, che amo particolarmente con quei neologismi fatti di più parole legate insieme, spesso con l'aggettivo possessivo alla fine, che rendono la lettura più leggera e sorridente, almeno per la sottoscritta, più colloquiale, più diretta, in una parola: più viva. Come nelle tre precedenti inchieste (da me recensite) intorno alla commissaria Lolita troviamo i suoi più stretti collaboratori Forte ed Esposito, l'amica del cuore Marietta, l'amore (non sempre ad hoc) Giovanni e tanti altri personaggi perfettamente caratterizzati sia nelle descrizioni fisiche che nella psicologia. Anche in questa quarta opera Genisi inserisce, come ciliegina sulla torta (immagine scelta volutamente) alcune delle tante ricette, tipiche della cucina barese, che Lolita-Gabriella amano preparare secondo la tradizione delle nonne perché?cucina ed erotismo sono strettamente legate (deliziosa la descrizione delle "melanzane destrutturate" che Giovanni prepara per Lolita?).
Certamente non è un capolavoro, ma un noir godibile e leggero. La trama è accattivante così come la commissaria Lolita. Io lo consiglio: è efficace per distrarsi e rilassarsi senza pensare troppo.
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