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Con tutto il rispetto per la scrittrice ed i suoi estimatori, ma di certo non posso annoverare questo libro tra i migliori mai letti. Non critico la ricostruzione storica, probabilmente più che attendibile, ma il metodo di scrittura con il quale vengono narrate le vicende: a qualcuno potrebbe garbare questa perenne ambiguità e quelle frasi più adatte ad un poema o poesia che un romanzo, io francamente ho trovato molto snervante dovermi sobbarcare di tutte quelle inezie con cui farcisce i paragrafi. Rende la lettura molto più impegnativa del dovuto, a discapito di un romanzo che come trama potrebbe avere delle enormi potenzialità; non mi è piaciuta nemmeno l'impostazione di Lymond, eccessivo in ogni suo lato del carattere, un protagonista al di sopra dei protagonisti. Ovviamente questo mio commento negativo non deve pregiudicare la lettura del romanzo per coloro che invece si sentono appassionati da queste tipologie di scrittura: de gustibus.
Si dice "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace". Io ho trovato questo libro bellissimo. Sì, è lungo e impegnativo, ma talmente avvincente che l'ho finito d'un fiato. Il protagonista è affascinante vorresti riuscire a entrargli in testa, ma ti sorprende sempre. Lo consiglierei a tutti coloro che amano il romanzo storico e non si spaventano davanti al numero di pagine da leggere. Adesso sono pronta per tutti gli altri 5 della serie speriamo non deludano.
Partiamo da un semplice presupposto: se non vi piacciono i romanzi storici questo libro, come tutti gli altri di Dorothy Dunnett, non fa per voi. Il gioco dei re è il primo libro di una serie di sei dedicata alle cronache di Lymond. All'inizio ho trovato difficoltoso seguire la storia e soprattutto ha trovato molto difficile stare dietro al poliedrico Lymond. Tuttavia una volta fatta l'abitudine ai suoi discorsi infiorettati e raramente diretti, una volta passato l'istinto di prenderlo a pugni e una volta rassegnata a non afferrare tutti i lati del suo carattere e dei suoi ragionamenti (la Dunnett è una maga nell'ambiguità e un genio delle cose non dette! Vedi anche Nicholas...) la storia mi ha coinvolta sempre più. Il libro è' piacevole da leggere, molto dettagliato nell'ambientazione (anche qui Dorothy Dunnett è impareggiabile), pieno di colpi di scena e momenti ricchi di emozioni. Lymond è il prototipo dell'eroe, è l'ultimo eroe in una Scozia divisa: giovane, intelligente,affascinante,carismatico,atletico,dotato di vastissima cultura e di molteplici talenti, scavezzacollo e molto spesso ombroso(etc, etc..) è un misto tra James Bond e Lawrence d'Arabia al quale è impossibile resistere.
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