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Gino Marotta. Amore amore. Catalogo della mostra (Milano, 21 aprile-24 luglio 2009) - Ada Masoero,Franco Russoli - copertina
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Gino Marotta. Amore amore. Catalogo della mostra (Milano, 21 aprile-24 luglio 2009)
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Descrizione


Sul finire degli anni sessanta, Gino Maretta affianca al lavoro sulla "natura artificiale" una nuova riflessione sulla storia dell'arte antica. Lo fa nel ciclo "Amore mio", per il quale sceglie solo figure femminili, che ricava guardando ora a Cranach, ora a Ingres, ora ad Hayez o a Tiziano, e che traduce in immagini inedite, "plastificate" e virate da una cromia artificiosa, in cui le figure entrano in cortocircuito con i materiali a cui via via vengono abbinate: ne è prova la sequenza delle Bagnanti di Ingres, delle Carlotta Chaber - la ballerina callipigia ritratta da Hayez sotto le sembianze di una Venere che gioca con le colombe -, delle Veneri di Lucas Cranach. Sono dipinti dalle forme fantasmatiche con smalti serigrafici dai colori acidi che si servono per di più come supporto di lastre ossidate di ferro, di zinco o di metacrilato: apparizioni, di cui si indovinano con difficoltà i contorni ma che restano tuttavia ben riconoscibili e che Maretta spesso qualifica, nel titolo stesso, con l'attributo di "artificiale". Accanto a queste immagini tratte dalla storia dell'arte figurano alcune provocanti Pin Up in guêpière e reggicalze, di schietto gusto anni sessanta, tratte dall'universo dei rotocalchi popolari o delle pubblicità pruriginose del tempo, eseguite anch'esse su metacrilato, ferro o zinco o addirittura su pelliccia, giocando sull'eloquente interferenza tra immagine e supporto. Infine, alcuni esempi suggestivi di "natura artificiale".
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Dettagli

2009
21 maggio 2009
70 p., ill. , Rilegato
9788836614035

Conosci l'autore

Franco Russoli

1923, Firenze

Franco Russoli nasce il 9 luglio 1923 a Firenze. Laureatosi con una tesi sui macchiaioli (1944-1945), entra in seguito nella Soprintendenza pisana con Piero Sanpaolesi e diventa assistente all’università di Matteo Marangoni e Carlo Ludovico Ragghianti. Nel 1950 ottiene il trasferimento a Milano dove lavora al fianco di Fernanda Wittgens che lo sceglie come proprio erede alla guida della Pinacoteca di Brera, di cui assume la direzione alla sua morte nel 1957; dal 1973 è anche soprintendente ai Monumenti e alle Gallerie della Lombardia come successore di Gian Alberto Dell’Acqua. Contemporaneamente, a partire dal 1962, ottiene la libera docenza e insegna Storia dell’architettura al Politecnico di Milano, cattedra che ricopre fino a quando gli impegni della Soprintendenza...

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