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Libro molto interessante e fluido nonostante intenda spiegare il funzionamento delle menti di questi diversi, controversi, pensatori e cosa essi cercavano nella politica. Si inizia con Heidegger, Arendt, Jaspers nella loro tensione filosofica, politica e di vita. Segue Schmitt nella sua concezione di vita e di politica come lotta, dottrina decisionistica e di combattimento. Poi Benjamin tra le frequentazioni con Adorno e Scholem ed altri ancora. L'intelligenza di Kojève nelle sue conferenze e studio di/su Hegel. La vita dissipata di Foucault intrecciata se non scaturigine con/della sua teoria. Derrida tra postmodernismo, strutturalismo e umanesimo nella sua demolizione della tradizione metafisica. E' bella la postfazione sul miracolo di Siracusa, nell'episodi di Platone, chiamato da Dione e il tiranno Dionigi, dove questo ultimo assume la maschera di Lenin, Stalin, Hitler, Mussolini, Mao, Ho Chi Minh, Castro e Trujillo, Amin Dada e Bokassa, Saddam e Khomeini, Ceausescu e Milosevic. Gli intellettuali "servitori" dei moderni Dionigi: Heidegger e Schmitt per i nazisti, Lukas in Ungheria, etc. nella differenza, ripresa da R. Aron (oltre la semplicistica contrapposizione tra umanità e potere) tra il ceto intellettuale tedesco e francese: in Francia intellettuali romantici impegnati a servire la causa della tirrania nel ventesimo secolo, in Germania il disimpegno politico, nel tradizionale decentramento politico e l'ideale di introversione, etc. Emerge l'ipotesi "di una forza psicologica che spinge certi uomini verso la tirannia: la stessa, secondo Platone, che conduce altri uomini alla filosofia. Tale forza è l'amore, l'eros (...) L'amore desidera i bene, ma senza volerlo - spiega Socrate - può anche servire il male. E ciò perchè l'amore induce alla follia" Ecco perchè serve il dominio di sè al cospetto della filosofia che la vita filosofica tende ad assicurare. Occorre padroneggiare il tiranno che è in noi, bisogna guardare all'interno di sè. Ottimo finale.
Questo testo di Lilla costituisce un utile strumento per una valutazione d’insieme di fondamentali tappe problematiche del rapporto tra filosofia politica nel Ventesimo secolo, individuate in Heidegger, Schmitt, Benjamin, Kojeve, Foucault, Derrida. Il volume, nella cui trattazione trovano spazio anche specifici richiami a Arendt, Jaspers, Strauss, Habermas, è completato da un capitolo conclusivo che tira le somme del discorso complessivo, offrendo numerosi spunti di riflessione.
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